Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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La festa del raccolto.  
Ariette: #1 - Si apre A teatro nelle case, la rassegna di primavera del Teatro delle Ariette centrata quest’anno sugli spettacoli realizzati dalla compagnia in questi cinque anni.      
Castello di Serravalle (Bo), Deposito Attrezzi. Dal 4 marzo al 11 giugno.
di Redazione Teatro
     

A teatro nelle case, rassegna di primavera è uno degli appuntamenti a cui ogni anno dedichiamo uno spazio particolare. Se non altro perché crediamo che in esso, dietro una parola bruttissima come “rassegna”, si nasconda (ma neanche tanto) una impostanzione assolutamente ragionata, un’azione teatrale che esce dall’abituale routine di cartellone. E’ qualcosa che spesso ha a che fare con la vita della compagnia più che con strategie artistiche. E così questa occasione, attesa dal gruppo, diventa un’atto di necessità da compiere in un dato momento, anno dopo anno.

Questa volta è l’idea di “raccolto” a sostenere il progetto.

Se si guarda al passato, dal 2000 ad oggi il Teatro delle Ariette ci appare come un nucleo che riflette. Promuove convegni, pubblica libri, disegna festival con un temi chiari (rarità assoluta di questi tempi). Ma prima di tutto riflette su di sé. Si pone domande essenziali per il proprio percorso. La motivazione in tutto questo parte probabilmente da quel rigenerarsi della compagnia dopo il ritiro in campagna. Perché iniziare a far teatro è un atto di incoscienza, smettere e ritirarsi è una conseguenza prevedibile, ma ricominciare è una anomalia che merita di essere indagata. Così se in questi anni un certo movimento riflessivo ha condotto Pasquini e compagnia a cercare di specchiarsi nel lavoro di altri, ad incontrare gruppi e persone attraverso i festival, ad aprire con i critici un dialogo esemplare, questa volta la scelta è più radicale. Tornare a casa. Tornare al raccolto di anni. Accumularlo nel Deposito dove di solito riposa il grano. Setacciarlo, con dolcezza, assieme ai destinatari di quelle messi.

Al Deposito Attrezzi, o nei campi dell’azienda agricola di via Marzatore saranno riproposti tutti i lavori sin qui realizzati da quel fortunatissimo Teatro da mangiare? che segnò l’inizio di un caso italiano che oggi è caso europeo.

Di seguito riportiamo le date di tutti gli eventi linkando le critiche dei lavori che negli anni abbiamo recensito. Col rammarico forse che quelli di cui non abbiamo scritto, vedi i due Pasolini… sono quelli che maggiormente ci sono rimasti dentro.

4-5-6-18-19-20 marzo
L'ESTATE.FINE
un progetto di Paola Berselli e Stefano Pasquini
con la presenza e il lavoro di Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Marta Moriconi, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana
regia Stefano Pasquini
Al di là delle convinzioni politiche, etiche o religiose, delle condizioni sociali e dei ruoli, dei luoghi e dei tempi è successo che la vita ci ha portati di fronte alla morte, in un territorio dove non ci sono certezze, un territorio che ha la consistenza e le regole del sogno.
Lì è germogliata L’ESTATE.FINE, sulle domande di Pasolini, sul nostro stupore di fronte al mistero.
L’ESTATE.FINE può essere uno spettacolo, un rito, una meditazione, una festa o un lutto.
E’ sicuramente la visita di qualcosa che non conosciamo e rimane come tale un punto interrogativo.


Dal 1 al 5 aprile
TEATRO DI TERRA
con il lavoro di Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana
Facciamo il pane in un forno che ci siamo inventati, facciamo la polenta in un paiolo di rame, tagliamo formaggio e ortaggi. C’è l’acqua,c’è il vino.
Poi ci sono le piccole e le grandi cose della nostra vita, quelle vicine e quelle lontane, fatti insignificanti e tragedie, la terra e l’amore e la guerra.
Prima di tutto l’incontro.
C’è una ragnatela di fili sottilissimi che unisce tutto, che ci unisce tutti, uomini, bestie, semi e frutti e foglie. Forse è per questo che ci ritroviamo attorno al “teatro di terra”, per domandarci cosa è che ci unisce, quali dolori, quali gioie, quale destino abbiamo in comune su questo mondo-trottola.


16 e 17 aprile
SONGS FROM A ROOM
un progetto sonoro di Antonio “rigo” Righetti
Antonio “rigo” Righetti voce, reading, basso elettrico
Robby Pellati kit batteria e percussioni
Marco Montanari chitarra elettrica, acustica e backing vocals
Far ‘suonare’ Hemingway e Kerouac, mentre ‘parla’ la musica di Johnny Cash e Tom Waits, unire l’amore per la musica e la passione per le lettere, ecco la base di partenza di SONGS FROM A ROOM.
Da quando ho iniziato a suonare ho sempre creduto che la necessità interiore sia la vera forza scatenante ogni esperienza artistica, non importa quale campo d’azione si sia scelto, un libro, una canzone, un quadro (ma anche un film, il progetto di una sedia o una fotografia) partono dall’insopprimibile necessità di condividere un concetto di bellezza. Nel corso della mia formazione (che peraltro è ancora ampiamente in corso dopo vent’anni!) ho avuto modo di suonare con tantissimi musicisti diversi, da Willy De Ville a Elliott Murphy, da Robert Gordon a Mick Taylor, da Luciano Pavarotti a Luciano Ligabue solo per citarne alcuni, sia dal vivo che in studio, sia in Italia che in Europa e negli Stati Uniti. Quello che mi è rimasto dentro chiaramente è l’accettazione del Mistero della musica, del suo modo impalpabile di far vibrare le corde dell’anima insomma, amore per la musica in tutte le sue forme.


Dal 23 al 25 aprile - Festa della Liberazione
L’ASSENTE
di Paola Berselli e Stefano Pasquini
da “Il dolore” di Marguerite Duras
con il lavoro di Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana.
Alla radice c’è il sentimento della compassione. La condivisione delle gioie e dei dolori degli altri sta alla radice del teatro. Per questo, io credo, continuiamo a celebrare la Festa della Liberazione, a ricordare fatti a noi così lontani.
Tutto sta nelle parole di Paola:
“Stavamo lavorando, io e mio marito, a una riscrittura di Antigone nella seconda guerra mondiale.
In libreria ho notato un libro di Marguerite Duras, una raccolta di racconti: IL DOLORE.
Questo titolo, la foto di copertina, gli anni in cui era stato scritto, mi hanno colpita.
Ho comprato il libro.
Ho letto IL DOLORE in poche ore e ho pianto.
L’ho riletto e ho provato dolore per quel dolore, ho provato dolore per quell’amore.
Ho pensato a mio marito, all’abbandono, al sacrificio.
Ho provato rabbia per me, per l’uomo, per la storia.
E ho deciso di leggere ancora IL DOLORE.


Dal 6 al 10 maggio
TEATRO DA MANGIARE?
di Paola Berselli e Stefano Pasquini
con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Stefano Pasquini
Sì, al TEATRO DA MANGIARE? si mangia davvero, si mangiano le cose che facciamo da quindici anni, da quando è cominciata la nostra vita di contadini.
Si mangiano le cose che coltiviamo e trasformiamo nella nostra azienda agricola, che tiriamo fuori dalla nostra terra. Seduti attorno a un tavolo, preparando e consumando un vero pasto, raccontiamo a modo nostro la nostra singolare esperienza di contadini-attori: dieci anni di vita in campagna e di teatro fatto fuori dai teatri.


1 e 2 giugno
PRIMA DI PASOLINI evento naturale

Difficile dire cosa sia PRIMA DI PASOLINI.
Difficile andare oltre la definizione di “evento naturale”.
Certo per noi, noi che lo abbiamo pensato, è un atto di amore estremo, un gesto di fiducia incosciente.
Un atto di amore estremo può portare all’ annientamento, al suicidio.
PRIMA DI PASOLINI è il suicidio del teatro. Un suicidio d’ amore.
Un gesto di fiducia incosciente nel cielo, nella terra, negli uomini, nelle lucciole.
Prima delle parole e della cultura c’è qualcosa che ci unisce tutti, uomini, bestie, fiori, frutti e foglie.
Noi non ci siamo. C’è tutto ciò che amiamo.
E quel nome: Pasolini, prima di lui. Come lui diceva “io sono una forza del passato”.
Questa volta non c’era proprio bisogno di ricreare un mondo.
Il mondo c’è e certe volte basta solo guardarlo.


10 – 11 giugno
SECONDO PASOLINI evento innaturale
con il lavoro di Paola Berselli, Maurizio Ferraresi, Gregorio Fiorentini, Marta Moriconi, Stefano Pasquini, Claudio Ponzana.
Pasolini è un compagno di viaggio. Una di quelle figure che accompagna il nostro fare teatro e il nostro vivere la vita.
I suoi pensieri, le sue poesie e le sue immagini abitano il nostro luogo, le Ariette (il podere sulle colline bolognesi di Castello di Serravalle dove viviamo dal 1989), ogni tanto spuntano dietro un filo d’erba, un cielo stellato, nello sguardo muto di una pecora, di un animale selvatico.
SECONDO PASOLINI è un altro passo del cammino verso un teatro che abbandona la forma spettacolo.
E’ una domanda al silenzio, soprattutto al silenzio, al camminare e al sostare.

Per informazioni: www.teatrodelleariette.it
Tutti gli spettacoli sono a prenotazione obbligatoria: 051 - 6704373

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -