Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 37
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Tempo di bilanci    
Un saluto estivo ai lettori.
Un editoriale.
     
di Gian Maria Tosatti      

Tempo di bilanci. L'ultimo numero di questo primo anno. Quando progettammo LifeGate Teatro si pensava ad un settimanale sul teatro che potesse essere diverso nei contenuti. Lo è stato, senza dubbio. Non so se nella maniera in cui lo immaginavamo all'inizio, ma lo è stato.

Questo editoriale vuole essere un saluto estivo ai nostri lettori che puntualmente ci ritroveranno attivi alla fine di agosto dopo una piccola pausa di tre settimane, ma vuol anche essere un rendiconto a quelli che abbiamo eletto nostri referenti e che ci hanno seguito in queste settimane.

Che cos'è stato questo spazio per i lettori ci piacerebbe poterlo sapere sempre con maggiore esattezza. Ci piacerebbe ricevere per il nostro "compleanno" mail di commento, di suggerimento. Quello che è stato per noi invece s'è chiarito settimana dopo settimana. E' stato uno spazio libero, in cui rischiare di schiarirsi la voce fuori dal coro che nelle orchestre del sistema si fa sempre più rara, è stato un luogo telematico e dunque "etereo" per andare nel concreto delle cose.

LifeGate ha cercato di creare un dialogo con il proprio pubblico e con gli artisti con cui di settimana in settimana è entrato in contatto. Ai primi ha voluto tenere ben presenti quei valori del teatro che giorno dopo giorno ci paiono opacizzarsi e che invece non devono essere dimenticati, parliamo dei valori indicati dai maestri e dalla vera tradizione che da essi discende, ci siamo riferiti più volte al teatro greco e non come istituzione museale, ma come esempio di vitalità, sperimentazione, confronto politico, coscienza del rapporto pubblico-artista, mai eguagliato. Agli artisti abbiamo offerto analisi che potessero riflettere nella maniera più obiettiva possibile il proprio lavoro, così che essi potessero stabilirvi un confronto ad un livello altro, esterno da sé. Ci siamo riusciti raccogliendo dai gruppi stessi che abbiamo criticato, anche aspramente, attestati di stima che settimanalmente ci hanno testimoniato la "necessità" della nostra presenza. Per il resto in questo primo anno LifeGate ha cambiato la sua natura da "settimanale di informazione" a "riflessione aperta", in cui i singoli articoli sono periodi di un discorso più lungo in cui abbiamo cercato di pensare il teatro assieme al lettore.

Non abbiamo finito il nostro lavoro. Lo riprenderemo fra tre settimane e al 24 agosto diamo appuntamento ai nostri carissimi lettori.


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -