Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 37
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Smeraldo
Nazionale

Tragedia di una guerra visibile    
Un editoriale.      
di      

In questo numero non possiamo fare a meno di ricordare gli italiani deceduti in Iraq.

E saremo realisti. Ci rendiamo perfettamente conto delle responsabilità che il nostro Paese si è voluto assumere. E immaginiamo l'impossibilità allo stato attuale di una soluzione eticamente giusta per risolvere una partita che sullo scacchiere internazionale si è giocata beffandosi delle regole.

Noi capiamo, anche se non condividiamo, le ragioni della maggioranza e dell'opposizione italiane, e forse capiamo anche le ragioni di tutta la partita. Anzi, le capiamo bene e per questo non faremo il gesto inutile di reclamare il ritiro delle truppe perché mai più si verifichi una siffatta oscenità. Non aggingeremo parole alle tante soffiate al vento in questi giorni, ma quando la recita dei ciarlatani sarà finita noi non applaudiremo.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -