Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 37
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Un altro modo    
Un editoriale.      
di Gian Maria Tosatti      

In questo breve editoriale riporto solo la piccola testimonianza di aver assistito a qualcosa che ancora una volta, dolcemente, rompe i vincoli della nuova convenzione consumistica del teatro, qualcosa che ancora una volta colma le distanze tra pubblico e artisti.

In questi giorni il giovane Teatro delle Apparizioni, gruppo romano nato circa cinque anni fa, si è seduto, schierato, davanti ad una platea, per tenere il proprio diario di bordo. Un diario di adolescenza verrebbe da dire, di infanzia quasi, ma pur sempre un'occasione per uscire con una gamba dal palcoscenico incontro alla platea. Un'occasione importante in cui la giovane formazione diretta da Fabrizio Pallara ha voluto, attraverso di sé, parlare del teatro non come sequenza di spettacoli, ma come insieme di energie, di forze, di biografie che si mettono insieme e assieme si danno la possibilità di creare incanti per gli spettatori. L'hanno fatto con onestà, aprendo per la prima volta agli occhi del pubblico alcuni esercizi del proprio allenamento e cercando di mostrare come tra uno spettacolo e un altro non ci sia uno spazio nero, ma una striscia di continuità e trasformazioni, di temperatura alta e di riflessione su cosa si stia cercando e, soprattutto nel caso delle Apparizioni, quale sia la relazione che si vuole stabilire con lo spettatore e che tipo di esperienza sensoriale gli si vuole proporre.

Tre ore per parlare, agire, mostrare documenti, confrontarsi con la critica, con alcuni professori, ma specialmente con il pubblico per eliminare il teatro come intermediario asettico tra gli attori e gli spettatori, per mettere a contatto di sguardo, di dialogo, di scherzo (anche) due termini della dialettica artistica che oggi sembrano particolarmente disorientati e che per ritrovare la strada hanno bisogno d'incontrarsi davvero, di stringersi la mano.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -