Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Nelle acciaierie la memoria operaia    
Una personale per Ascanio Celestini tra Crt, Teatro Verdi e l'ex Falk.
Milano, luoghi vari. Dal (18 febbraio) al 9 marzo.
     
di Gian Maria Tosatti      

Ascanio Celestini, giovanissimo autore-narratore, sta diventando sempre di più una presenza centrale della scena nazionale. Alla sua attività di ricerca sul racconto di impronta civile nel recuperare le tradizioni popolari del lavoro e dell'immaginario familiare del nostro Paese, per cogliere lo spirito che ha soffiato nella nostra storia recente, il Crt e il Teatro Verdi di Milano hanno deciso di dedicare una personale d'eccezione. Dal 18 febbraio (le prime date sono state tuttavia sospese per cui consigliamo di chiamare lo 02/89011644) l'attore romano, insignito quest'anno del Premio Ubu speciale "per la capacità di cantare attraverso la cronaca la storia di oggi come un mito e viceversa", sarà ospite del capoluogo meneghino. Tre gli spettacoli in cartellone, Fabbrica, Cecafumo e La fine del mondo.

Dal 18 al 21 febbraio l'ultimo lavoro dell'artista, Fabbrica, un racconto che tesse una trama di testimonianze sulla vita industriale del Ô900 italiano, sarà in scena al Teatro Verdi prima di spostarsi, dal 22 al 23, nello scenario "naturale" e fortemente suggestivo del MA.GE (l'ex Falk Concordia Sud, viale Italia 548 a Sesto San Giovanni) per poi tornare di nuovo al Verdi dal 25 febbraio al 2 marzo.

Il 23 febbraio al centro della rielaborazione drammaturgica di Celestini saranno le favole popolari italiane raccolte, in un lungo lavoro di documentazione nei paesi e nelle campagne, sotto il titolo di Cecafumo (in data unica al Verdi). La fine del mondo, testo vincitore dei ÒSette spettacoli per un nuovo teatro italiano per il 2000Ó, sarà in scena a marzo, dal 4 al 9 al Teatro dell'Arte. Per informazioni: www.teatrocrt.org o [email protected] o 02/89011644.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -