Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Del Bono dove?    
Gente di Plastica di Pippo Del Bono spunta "come un fungo" nel cartellone di un teatro chiuso.
Roma, Teatro India. Dall'11 febbraio al 1 marzo.
     
di Gian Maria Tosatti      

ROMA - Gente di Plastica, della compagnia Pippo Del Bono, spettacolo di grande impatto su cui abbiamo voluto soffermarci più volte nelle settimane passate (vedi anche in archivio critiche), replicherà al Teatro India dall'11 febbraio al 1 marzo. Questa è una notizia, ma chi conosce le vicissitudini della scena romana in questi ultimi mesi sa che in realtà questo fatto è solo la punta di quello che potrebbe rivelarsi un vero e proprio iceberg.

Come è noto il Teatro India è la seconda sala del Teatro di Roma, chiuso quest'anno per tutta la stagione in seguito alla necessità, questa è la versione ufficiale, di effettuarvi dei lavori di restauro. Indipendentemente dal fatto che ciò appaia poco credibile visto che l'impianto è fresco di una ristrutturazione radicale terminata non più di un anno fa e che nessun osservatore attento abbia creduto a tale versione, sollevando illazioni che vanno dalla inadeguatezza dell'attuale direzione a gestire uno spazio di quel tipo alla ipotesi di stand-by della struttura in attesa che ne assuma la direzione Giorgio Barberio Corsetti, noi siamo portati a porci una domanda preliminare: Ed ora, riguardo a quanto dichiarato, cos'è cambiato?

Personalmente ho saputo circa un anno fa, in via confidenziale, che quest'appuntamento si sarebbe svolto, mi sono infatti stupito non poco quando non lo vidi figurare nel cartellone dell'infelice stagione albertazziana.

L'India si dava per chiuso nel nobile intento di rimetterlo a nuovo (più di così?), così per qualche tempo ho creduto che tutto fosse saltato.

Poi quasi in segreto, in sordina, senza una conferenza stampa, né un proclama, che in questi casi sarebbe giunto assai a proposito, si viene a sapere che lo spettacolo si farà. Molte testate non sospettavano nemmeno fosse nell'aria.

E così per quasi un mese ci ritroveremo un ottimo spettacolo come fuori programma di una stagione che meriterebbe una denuncia al Codacons.

Tuttavia il problema non si esaurisce. Ci sono domande che attendono una risposta, e le bocche cucite dei diretti interessati sembrano invece non aver alcuna intenzione di fornirne.

Noi le formuliamo comunque e ci chiediamo: Come può una struttura in restauro ottenere l'agibilità per ospitare uno spettacolo dall'allestimento relativamente impegnativo e capace di chiamare un numero altissimo di spettatori? Qualcuno può spiegare perché non si è parlato di questo spettacolo se non una settimana prima del suo debutto e non è stata convocata alcuna conferenza stampa? Essendo India una sala del Teatro di Roma, bisogna credere all'assurda illazione che Albertazzi abbia visto lo spettacolo di Del Bono e lo abbia apprezzato e comprato? E se, come plausibile, non è stato così, chi l'ha comprato? Ma soprattutto, se i restauri a India sono finiti soltanto a metà stagione, perché in cartellone restano solo i dieci imbarazzanti spettacoli dell'Argentina? Vorranno farci credere che per una volta dei lavori su strutture statali siano finiti prima del previsto? E Barberio Corsetti aspetterà la prima di Del Bono per fare il suo ingresso alla direzione di India come un efficace coupe de théâtre? In tal caso non bisognerà mancare allo spettacolo di domani. Per informazioni: www.teatrodiroma.net

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -