Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Le stanze della tortura di Harold Pinter    
Krypton approda al Guardiano di Pinter per proseguire il suo viaggio analitico in questo tempo.
Roma, Teatro Vascello. Dal 21 al 26 gennaio.
     
di Gian Maria Tosatti      

ROMA - Una stanza in cui s'attutiscono i rumori della ferocia, dell'efferata crudeltà di crimini psicologici è il luogo in cui Harold Pinter ambienta gran parte delle sue pièce. Così è per Il guardiano, uno squarcio raccapricciante sulle normalissime mostruosità giornaliere. Sarà questa volta Krypton a dar vita alla storia di Davies, un barbone che dopo una rissa trova rifugio in casa di Aston, nella speranza che quel luogo possa difenderlo dalla violenza del mondo esterno. Sarà però quella stessa casa a diventare arena di torture quando Mick, gemello di Aston deciderà di disfarsi del nuovo inquilino. Si accende una spirale della ferocia che diventa paradossalmente reale, sempre più intima e spudorata nel guardarci attraverso.

In questo adattamento che vede in scena Giancarlo Cauteruccio, anche autore della regia, Fulvio Cauteruccio e Giuseppe Savio spetta alle costruzioni linguistiche dialettali, ai loro ritmi, delineare le figure dei tre personaggi.

Sullo sfondo lo scorrere di massi in movimento richiama un senso di disgregazione, di una terra che si frantuma, che si spacca, si apre per ricoprire se stessa. La stessa cosa accade ai personaggi in scena al loro sbranarsi sbranando.

Per informazioni: www.enteteatrale.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -