Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







Mandaci una mail ›







Per acquistare online i biglietti dei teatri a Milano:
Ciak
Smeraldo
Nazionale

Esperimenti in tecnologia calda    
Xing inaugura quest'anno il festival Netmage e con esso la sezione dedicata alle arti performative.
Bologna, luoghi vari. Dal 22 al 25 gennaio.
     
di Gian Maria Tosatti      

BOLOGNA - Si svolgerà questa settimana in diversi spazi bolognesi il Netmage Festival 03, evento organizzato da Xing e dedicato ai live media.

E' questo un festival che mette in primo piano le sperimentazioni su tecniche e tecnologie legate all'espressione contemporanea. In sintesi si potrebbe parlare "di una tecnologia "calda", complice degli autori nel dare forma alle visioni ".

A comporre la sezione dedicata alle arti performative saranno due gruppi particolarmente attivi sulla scena europea, Teatrino Clandestino, formazione bolognese diretta da Pietro Babina, Forced Entertainment, gruppo di performer inglesi guidati da Tim Etchells.

Per l'occasione Teatrino presenterà Prima l'immagine poi il testo (23-24-25 gennaio tre repliche della durata di 1 ora dalle 21 alle 23, Teatro San Leonardo), breve lavoro ispirato al tema delle Madri Assassine che fa parte del progetto laboratoriale in direzione di Medea. Questo studio afferma Babina: è un esercizio tecnico formale in cui si cerca di riprodurre (non tanto come copia quanto come impressione) il processo visivo del mio cinema dell'oscuro. La drammaturgia è qui seconda alla tecnica perché così dev'essere in questo esperimento. L'intento è quello di portare ad un ancora più estremo punto di convivenza e confusione, il reale nel suo elemento di immagine proiettata, spingendo il teatro verso la bidimensionalità e le proiezioni verso la tridimensionalità. Tim Etchells presenterà (il 22 gennaio ogni 30' dalle 19 alle 22,30, Spazio Raum) invece tre nuovi lavori (Down Time, Taxonomy e Everything) che indagano la relazione fra testo e immagine in un processo di esplorazione della memoria attraverso un sottile gioco fra tempo reale e tempo della registrazione. La voce del performer cerca di ricostruire i processi di pensiero legati alle immagini filmate. In Down Time (e analogamente negli altri) un video riproduce la sequenza continua che riprende per 10 minuti il viso dell'autore, i suoi scivolamenti d'attenzione, i fastidi, i tic, mentre la voce aggiunta a posteriori cerca di ricostruire attraverso quei segni la mappa e i movimenti di pensiero susseguitisi in quel lasso di tempo.

Il festival si svolgerà tra il 22 e il 25 gennaio in diversi spazi tra cui Raum (via Cà Selvatica, 4 d) e Il Teatro San Leonardo (via San Vitale, 67) , sede degli eventi performativi.

Per informazioni sull'intero festival: www.netmage.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -