Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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All’ombra della discriminazione.  
Ronconi al debutto con Professor Bernhardi, parabola di Schnitzler sull’antisemitismo.      
Milano, Teatro Strehler. Dal 18 gennaio al 20 febbraio.
di Redazione Teatro
     

Ciò che mi colpisce in questo testo, che dal punto di vista formale è una commedia di conversazione di straordinaria costruzione drammaturgica è come sia passato indenne attraverso il secolo che lo separa da noi. Ovvero come le situazioni – sintetizzate ed esemplificate dai luoghi in cui avviene l’azione – possano rimandare, con assoluta veridicità a situazioni che si vivono anche oggi. Se vogliamo fare un raffronto, il Professor Bernhardi rappresenta per i temi sociali quello che è stato il Kraus degli Ultimi giorni dell’umanità per temi quali la guerra, la fine di una civiltà. Schnitzler con quest’opera ci consente di isolare e problematizzare i conflitti nel sociale”.
Luca Ronconi

Cinque luoghi per una Via Crucis - un ospedale, un ambulatorio, una casa privata, un consiglio di amministrazione e un ministero. La passione secondo Arthur Schnitzler è quella del Professor Bernhardi, la cui storia, sembra rifarsi al “caso Dreyfuss” che animò il dibattito intellettuale sul tema dell’antisemitismo nell’Europa tardo ottocentesca.

“L’antisemitismo è infatti uno dei motori della commedia la cui funzione è di mettere a nudo, attraverso la violenza della polemica e del pregiudizio religioso, le dinamiche, le perversioni e le idiozie gerarchiche, la dialettica vuota, il parlamentarismo e l’ipocrisia del mondo accademico-ospedaliero”.

Questo testo Luca Ronconi sceglie di portare in scena. Quasi sconosciuto e mai rappresentato in Italia. Ad accompagnarlo nell’avventura Massimo De Francovich e Massimo Popolizio.

La vicenda inizia col delirio di una giovan donna la cui morte per un aborto mal condotto è prossima. Nella sua agonia ella vive un’allucinazione in cui crede di essere guarita e immagina che il fidanzato stia venendo a prenderla. L’infermiera che si occupa di lei manda a chiamare un prete; il Professor Bernhardi lo invita ad andarsene per permettere alla ragazza di morire in pace senza scontrarsi ancora una volta con la crudele realtà. Quello che per l’ebreo Bernhardi è soltanto un gesto di umanità e di buonsenso si trasforma in un caso politico e morale. Abbandonato da tutti, amici e colleghi, egli subirà un processo, sarà condannato e sconterà due mesi di carcere, vedendo la propria vita e la propria carriera andare in frantumi.

Per informazioni: www.piccoloteatro.org

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -