Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Recuperare il Novecento  
Ancora sulla musica contemporanea del secolo scorso la nuova edizione di Dissonanzen.      
Napoli, Chiesa di S. Caterina da Siena. Dal 28 novembre al 29 aprile.
di di Redazione Teatro
     

Di tanto in tanto la nostra rivista compie degli sconfinamenti nella musica. E lo fa specialmente per eventi che rivolgono la propria attenzione ai compositori che hanno operato nel Novecento e che per motivi svariati, comprensibili e poco condivisibili, rimangono presenze note solo ad una “elite” di ascolto.

Per invertire tale tendenza ogni tanto allora ci piace mettere una mano fuori dal seminato e raccogliere una rassegna o un evento da non mancare. E’ così questa volta per l’edizione 2004-2005 di Dissonanzen che ripropone il titolo di "Al Centro della Musica". Tutti gli eventi si svolgerannonella splendida Chiesa di S. Caterina da Siena, capolavoro del più puro barocco napoletano, sede storica del Centro di Musica Antica. L’edizione di quest’anno guarda con particolare attenzione agli Stati Uniti d’America, non solo per le suggestioni, ma anche perché quello è stato forse il Paese che ha dato maggiore attenzione alla musica contemporanea del secolo passato.

L'inaugurazione è subito di grande impatto ed è dedicata alla musica americana del Novecento più originale e 'radical'. Il titolo, I have a dream, dedicato all'incipit del famoso discorso del Reverendo Martin Luther King, parte proprio dal celebre "O King" di Berio per approdare attraverso i 'classici' Ives e Carter, a esempi musicali rari o inediti per l'Italia di Cage, Crumb e Rzewski.

Un altro aspetto interessante di questa rassegna è l’impegno dedicato alle sonorizzazioni di film muti d'autore, quest’anno con Gli ultimi giorni di Pompei celebre pellicola di Rodolfi e Caserini nel 1913.

Come strenna natalizia, ed evento straordinario, il 4 gennaio Dissonanzen offre uno straordinario concerto del trio di Alfio Antico, per i suoi trent'anni di carriera, con ospiti i solisti dell'ensemble dissonanzen e la specialissima voce della cantante e compositrice sarda Tomasella Calvisi.

Ancora all'America si guarda nel quarto appuntamento della stagione. Dissonanzen ospiterà Jim Pugliese, uno straordinario percussionista/compositore newyorkese che in prima esecuzione mondiale presenterà un nuovo lavoro che gioca sulla identica latitudine di Napoli e New York.

La Pietra e L'Arco, da "Le città invisibili" di Italo Calvino, è un progetto originale di Enzo Salomone che intreccia il dialogo calviniano tra Marco Polo e Kublai Kan, con la partecipazione della voce di Paolo Cresta, alle musiche di Morton Feldman scelte, e suonate al pianoforte, da Ciro Longobardi.

Il cartellone si chiude in aprile con Emersioni, concerto che propone lavori di sei compositori italiani da qualche decennio dimenticati.

Per informazioni: www.dissonanzen.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -