Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Chiusura tricolore  
Sesto ed ultimo focus dedicato all’italia per Torino Danza 2004.      
Torino, Cavallerizza Reale e Teatro Nuovo. Dal 14 al 30 ottobre.
di Redazione Teatro
     

Ultimo focus dell’anno per l’edizione 2004 di Torino Danza, la giovane manifestazione piemontese che è già diventata un punto di riferimento imprescindibile nello scenario della coreografia del nostro Paese. Gli va infatti riconosciuto il raro merito di strutturarsi in precorsi strutturali di grande coerenza che nelle passate e presenti edizioni hanno mirato all’approfondimento di temi importanti nell’attualità della danza.

Cantieri italiani è il titolo di questo ennesimo attraversamento di scenari. Ed il titolo è già di per sé un’indicazione. Dal 14 al 30 ottobre un numero cospiquo di compagnie di bandiera si alternerà sui palcoscenici torinesi per presentare le proprie creazioni, alcune pensate espressamente per questo evento, non come spettacoli finiti e già formalizzati, ma come momenti intermedi, spaccati di un processo in cui risaltano in maniera evidente le linee di lavoro degli autori.

Ad aprire le danze sarà Virgilio Sieni, protagonista quest’anno di una stagione strepitosa coronata dalla creazione di Cado, spettacolo inaugurale di questo focus, in cartellone giovedì 14 ottobre. Ma al coreografo fiorentino sono dedicati tre giori di lavoro per presentare le opere che hanno dato un indirizzo ai capitoli più recenti della sua storia, Solo Goldberg Improvisation, suo assolo su musiche di Bach (15 ottobre) e Messaggero Muto, opera sulla comunicazione umana (16 ottobre).

Nella prossima settimana la Compagnia Tardito-Rendina apre un primo sguardo sul suo Creazione (18-19 ottobre), per lasciare poi il palcoscenico al Balletto del Teatro di Torino con Caravaggio, una coreografia di Matteo Levaggi su musiche originali di Giovanni Sollima (21-22 ottobre).
Il Teatro Nuovo presenterà, invece, un suo progetto intitolato Made in Italy costituito da un trittico di lavori ad opera di tre coreografi italiani, Renato Zanella, Jacopo Godani e Manica Casadei.

Doppio appuntamento con Roberto Castello e la sua compagnia Aldes con due lavori assolutamente particolari appartenenti al progetto Il migliore dei mondi possibili. Biosculture (25-26 ottobre) e La forma delle cose (26-27 ottobre) saranno due tappe obbligatorie per un attraversamento nei territori della danza intesa come sguardo sul presente.
A chiudere sarà la compagnia Agar, con monocore, una coreografia di Paola Bianchi (29-30 ottobre).

Per informazioni: www.comune.torino.it/torinodanza

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -