Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Le scomesse del circo  
La quinta edizione della Festa Internazionale del Circo Contemporaneo è dedicata alle scommesse dei nuovi artisti e delle antiche famiglie circensi.      
Brescia, luoghi vari. Dal 23 giugno all'11 luglio.
di Redazione Teatro
     

BRESCIA - Non ci sono molte parole per presentare quello che in cinque anni è diventato un appuntamento classico. E' certo che però dell'appellativo "classico" la Festa del Circo di Brescia non condivide la "staticità". Non solo per il volteggiare dei propri artisti sopra le teste degli spettatori, ma prima ancora per essersi pensata come punto di riferimento dinamico per un'arte che nelle ultime generazioni ha abbattuto ogni tipo di confine di genere. Nelle due settimane canoniche di festival si incontrano, nei tendoni e negli spazi allestiti, i principali interpreti del circo contemporaneo, un'arte duttile, che sconfina abitualmente nella danza, nella ricerca drammaturgia o nei territori delle arti visive. Non è un caso che alcuni tra i più interessanti esponenti della danza e del teatro europei abbiano guidato gli allievi del CNAC (Centre National des Arts du Cinque) nel loro saggio di fine corso. Quest'anno è ancora una volta la prestigiosa scuola francese ad aprire le danze del festival con Le cirqle, un'opera diretta da un instancabile esploratore dell'immaginario come Roland Shon, artista eclettico che gioca con i linguaggi alla ricerca di qualcosa di legato alla materia stessa dei sogni. Così dal 23 giugno all'11 luglio Brescia si popola dei più prossimi discendenti di quella antica stirpe di maghi e sognatori che per dirla con Genet, trasformano la polvere in oro. Il cartellone che si apre appunto col CNAC si presenta come un'interessantissima rassegna di esperienze di confine. A partire da Le vertige du papillon, un opera "sulla caduta" firmata dalla coreografa Fatou Traoré e dal trapezista Philippe de Coen assieme agli allievi dell'Esac (Ecole Superieure des Arts du Cinque di Bruxelles).

Oltre ai grandi centri di formazione sono però presenti anche le creazioni dell'ultima generazioni di artisti. Dopo le suggestioni di Cyrk 13 Keisuke Kanai e Sebastien Dault tornano nel Giardino Segreto della città lombarda con Bouges pas bouges, gioco a due tra giocoleria e acrobazia aerea. A mescolare arti del circo e tecniche multimediali sarà invece il danzatore e "verticalista" Jean-Baptiste André col suo Interieur nuit. Mathurin Bolze, uno dei nuovi maestri del circo contemporaneo francese sarà presente con un suggestivo racconto per "tappeto elastico" dal titolo Fenetres.

Più in diretta connessione con le radici antiche del circo è lo spettacolo Mano a mano della formazione Zanzibar, che sotto uno chapiteau rosso-oro di inizio secolo darà vita ad una performance in bilico tra fascino e stupore.

Da notare in fine la presenza della Famiglia Togni, di Livio, Davio e Corrado, autori del Circo Florilegio, che qui debutteranno con la loro ultima creazione, il Circo Maccheroni. Assieme alla proposta principale una serie di manifestazioni collaterali, come quella dedicata ai bambini completano il programma del festival che vi invitiamo a visitare per maggiori informazioni su date e luoghi al sito: www.festadelcirco.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -