Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Un teatro responsabile    
Questo il tema con cui si coniuga la proposta di quest'anno del festival Giostra di Maggio, organizzato da Festina Lente Teatro.      
Fidenza (PR), luoghi vari. Dal 27 al 30 maggio.
di Redazione Teatro
     

FIDENZA - Verso un "teatro responsabile". Con questo imperativo di ricerca che è tutto teso al confronto (responsabile verso chi e verso cosa) si apre una nuova edizione della Giostra di maggio, vetrina teatrale dedicata alla scena contemporanea. In regia è il gruppo Festina Lente Teatro.

Il tema di quest'anno non si limita ad essere proposta, ma condiziona interamente la struttura della proposta. I quattro giorni di attività si articoleranno così in teatro e fuori dai teatri, in mezzo alla gente.

Due gli assi principali attraverso cui l'idea della responsabilità si coniugherà in un discorso più ampio e dinamico possibile. Da una parte la memoria, dall'altra l'ironia. Il primo asse regge il teatro di chiara denuncia, che chiede chiarezza riguardo questioni importanti del nostro presente sociale. Su questa linea si inserisce infatti la nuova produzione di Festina Lente che analizza la realtà della reclusione nelle carceri in un momento in cui il problema si è posto non solo a livello nazionale. Dei dolori è il titolo di una similitudine in forma di racconto in cui una donna vive rinchiusa in un manicomio durante gli anni del fascismo.

Di questo periodo cruciale per la nostra storia si stente l'eco anche nella storia narrata da Teatro Club in Cercivento, in cui due alpini accusati di insubordinazione durante la Seconda Guerra Mondiale attendono la loro sentenza. Sull'asse della memoria è inserito anche il percorso a ritroso nelle radici di un'identità nazionale compiuta da Armamaxa in Braccianti, lavoro che tenta di costruire un dialogo a distanza di cinquantanni tra noi e la classe che ci ha preceduto di due generazioni.

Compie la stessa parabola il Sottosopra del Teatro degli Araus, che organizzerà una festa di matrimonio in cui gli spettatori parteciperanno in qualità di invitati per sentire la storia delle miniere del Sulcis e delle Cave di Carrara. Teatro di Pianura e Teatro del Montevaso dialogheranno invece su una variazione, o forse un affondo nel tema principale in O scena, un lavoro che parte dall'affermazione secondo cui "ognuno è responsabile del proprio subire come del proprio agire".

Il secondo asse d'equilibrio, quello dell'ironia avrà invece un ruolo di primo piano nel Don Chisciotte della Filarmonica Clown e nei due lavori di Gigio Brunello e Giulio Molnar Macbeth all'improvviso e Operette Morali. Così anche nei ritratti di donne fissati in istantanee dal Teatro delle Moire con Assaggi di Vetrina e l'esibizione dell'Atmo Mabo Band. Il tema del festival sarà poi anche il tema di un'incontro tra pubblico e artisti che avrà per titolo appunto "Il teatro responsabile tra memoria e contemporaneità. Per informazioni: www.festinalenteteatro.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -