Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


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Sulla spalla di un gigante    
La XXII edizione del Teatro Festival Parma da il via ad una nuova manifestazione tutta dedicata alla poesia contemporanea.      
Parma, Teatro Due e Teatro Farnese. Dal 18 al 30 maggio.
di Redazione Teatro
     

Talvolta è nella semplicità, nella proposta quasi scontata che è riposta la possibilità di compiere un passo determinante. Ques'anno il Teatro Festival di Parma fa questa scelta. Si dedica alla poesia e costruisce un cartellone che funambolicamente si stacca da terra e passeggia sul vuoto lasciato riguardo a questa forma di espressione. Vuoto di attenzione, di sensibilità, di mercato.

Era ora di provocare un inversione di tendenza.

L'Italia, infatti, non è solo la patria di Dante e Petrarca, dimenticati ormai da tempo immemorabile o esposti come grotteschi cadaveri imbalsamati nelle aule liceali. In questo Paese si continua a cercare nei versi la possibilità di descrivere l'esistente la sua circostanza attuale. Si scrivono poesie e si leggono. E si leggerebbero di più se si ricucisse lo strappo tra l'editoria di settore, i media e il pubblico.

Un'occasione dalla grande visibilità come il Teatro Festival di Parma, attraverso un articolato dialogo tra forme artistiche potrebbe rivelarsi come una occasione importante per generare il movimento iniziale.

Dal 18 al 30 maggio il cartellone teatrale che da ventidue anni ospita i più prestigiosi artisti della scena internazionale dialogherà con una manifestazione complementare, nata all'interno del Festival. Si tratta di Teatro Festival Poesia, che sotto la direzione di Nicola Crocetti, direttore del periodico Poesia, ospiterà, nella cornice impareggiabile del Farnese, voci tra le più significative della lirica contemporanea, dal premio Nobel Derek Walcott al nostro Mario Luzi, passando per Enis Batur, Yves Bonnefoy, Dominique Grandmont, Tony Harrison, Ursula Krechel, Alexandra Petrova, Susanna Rafart e Nasos Vaghenàs.

Ma tale iniziativa non rimane isolata all'interno dell'intera manifestazione. Infatti tutti gli spettacoli teatrali di quest'anno saranno uniti dal filo rosso della poesia, a cominciare dall'evento di apertura (18-19 maggio), Chi mai vorrà comprare le mie nuvole, in cui la riegia di Franco Però s'interroga su quali siano le tracce della poesia nel nostro vivere quotidiano e sul perché oggi si avvertano così rarefatte.

Da un composito e ampio corpo lirico nasce la riflessione del giovane gruppo berlinese Nico & the Navigators sullo stato di questa generazione, che in Kain, Wenn & Aber (21-22 maggio) proseguono la ricerca drammmaturgica che ha caratterizzato la scena tedesca di questi anni.

Fiona Shaw, una delle figure di riferimento del teatro inglese proporrà in un dialogo con Ilaria Occhini un percorso attraverso i Sonetti di William Shakespeare nella scelta di Paul Celan (22 maggio).

Evento centrale e assolutamente imperdibile della maifestazione è poi il nuovo percorso di un artista che in lunghe peregrinazioni tra versi dimenticati e ritrovati ha costruito alcuni degli spettacoli più intensi degli ultimi venti anni. Si tratta di Josef Nadj, direttore del Centre Choréographique National d'Orléans. Il suo Il n'y a plus de firmament (25-26 maggio) è il luogo in cui "Come un filo teso tra un quadro di Balthus e la poesia di Artaud, ho rivisitato Rilke, il Giappone, l'Italia, l'Irlanda " (Nadj). In chiusura due appuntamenti che mettono al centro della scrittura le figure dell'attore. Il primo sarà Long Life del New Riga Theatre (26-27 maggio), costruito su osservazioni degli stessi interpreti sul presente e specificamente sul tema della vecchiaia, mentre il secondo, diretto dal giovane regista inglese Tim Stark è un Lear scritto dal controverso autore Edward Bond e allestito con gli allievi del Corso di Formazione "L'attore europeo fra teatro, danza e musica " (21 maggio).

A complemento del festival saranno allestite due istallazioni. Diretta da Ingrid von Wantoch Rekowski, Tableaux Vivant ripropone un'esposizione museale dei più famosi quadri della storia della pittura interpretati da attori. Mentre nelle terrazze del Teatro Due sarà ricreato un giardino che nella sua architettura si ispira alle descrizioni shakespeariane di piante e fiori. In fine un "Hyde Park Corner" metterà a confronto personalità della scienza e della cultura col tema della poesia legato alla loro vita. Per informazioni: www.teatrodue.org


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -