Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







Mandaci una mail ›







Per acquistare online i biglietti dei teatri a Milano:
Ciak
Smeraldo
Nazionale

A partire da uno spettacolo    
"Il camaleonte di Perrault" per cominciare una battaglia etica.      
Milano, Spazio Xpò. Dal 21 al 26 aprile.
di Gian Maria Tosatti
     

Uno spettacolo può essere un pretesto oppure il momento focale di un più articolato evento che non si esaurisce nell'idea di rappresentazione, ma vuole essere principio motore di una riflessione-azione, di una proposta.

Così nel progetto "Il camaleonte di Perrault", che sarà organizzato questa settimana a Milano. Una performance, costruita attraverso l'interazione di diversi linguaggi in un unico corpo significante è il centro di una spirale che coinvolge una serie di intellettuali nell'analisi di un tema di prioritaria importanza da molto tempo, quello del rapporto tra società umana e mondo animale.

Nell'evento che prende forma da un testo di Giorgio Pigafetta in uno spettacolo teatrale, tra happening, performance, concerto e installazione sta la volontà di proporre una visione speculare dell'intellettuale contemporaneo e della sua ricerca di un senso per ogni azione socialmente determinata. Sarà dunque questa razionalissima ricerca di un senso per ogni cosa, che fa dell'intellettuale odierno un paradossale guardiano, pur se in fondo assai poco ascoltato, della legittimità di ogni processo di sviluppo, a scontrarsi con un senso più misterioso, inconcepibile, il senso della vita che mette in crisi ogni altro umano sistema.

Così in questo affondo dalle tinte nichiliste verso una accettazione della figura umana come componente del ciclo naturale e non come suo soggiogatore sta il principio motore di un'iniziativa che da una parte si realizza come un evento sperimentale nel campo delle arti, attraverso il dialogo tra musica e suono elettronico, immagine e presenza dello spettatore all'interno dello spazio performativo in un dialogo integrato con la struttura di segni che lo compone, e dall'altra si porta avanti con un ciclo di incontri con personaggi quali Massimo Cacciari (filosofo), AbdelMalek Smari (scrittore), Giorgio Pigafetta (architetto), E. Gianmarco Trampolini (presidente Le.A.L. di Milano) Moni Ovadia (attore e musicista), in un contributo video realizzato per l'occasione, Giuliana Mieli (psicoanalista), Carlo Sini (filosofo), sui temi legati al rapporto tra scienza ed etica e tra natura e antropocentrismo.

Così dal 21 al 26 aprile allo spazio Xpò di Milano "Il camaleonte di Perrault" in scena ciclicamente dalle ore 20.30 dialogherà con i pomeridiani bilanci e osservazioni degli ospiti che si terranno nell'Aula Rogers del Politecnico di Milano nell'intento di costruire un'azione di dissenzo propositivo verso alcune regolamentazioni statali (come quella sulla vivisezione) che pare sia ora vengano drasticamente cambiate.

Per informazioni: 02/57404540, 02/70001957


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -