Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Nazionale

Le infinite declinazioni del mito    
Debutta Alcesti o La recita dell'esilio di Giovanni Raboni, per la regia di Cesare Lievi.      
Brescia, Teatro Santa Chiara. Dal 7 gennaio all'8 febbraio.
di Gian Maria Tosatti
     

BRESCIA - Debutta in prima nazionale un testo inedito per il teatro di Giovanni Raboni, Alcesti o La recita dell'esilio. Il poeta Milanese torna ad accendere un lume sul mito di Alcesti, sul suo sacrificio, inquadrandolo in una metafora iperrealista in cui ancora una volta aleggia lo spettro della privazione della libertà. Ma qui il mito sarà sfiorato più che assunto, sarà evocato in un'eco di inconcepibile, inattesa trascendenza che strania la prospettiva esistenziale dei personaggi.

La messa in scena sarà curata da Cesare Lievi e affidata agli attori Gianfranco Varetto, Roberto Trifirò e Ester Galazzi in un quadro essenziale in cui poter sfruttare al meglio la temporalità non lineare del testo, il suo spazio di pausa non narrativa, di meccanica inceppata del quotidiano.

Tre uomini, figure abilmente costruite in un gioco di riflessi i cui abbagli impediscono di percepirne il volume umano, ma di cui s'avverte in modo quasi insopportabile la presenza, tre "personaggi" in funambolica proiezione metateatrale vengono sorpresi dal pubblico all'interno di appunto di un teatro.

Un vecchio, suo figlio e la moglie di quest'ultimo, una volta attrice in quello stesso teatro. La prospettiva di una fuga dalla dittatura che ha posto sulle loro teste una sentenza di morte. L'attesa dell'arrivo di un ordine per imbarcarsi.

L'anelito della libertà innesca una rivolta fra padre e figlio, tra gli equilibri dei loro rapporti. Una disputa umanamente feroce che sconvolge la donna.

A l'annuncio che solo due posti sono rimasti sulla nave. Uno dei personaggi dovrà sacrificarsi per salvare gli altri. Sarà la donna.

Per informazioni: www.ctbteatrostabile.it


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -