Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Quattro quadri per l'Italia di oggi    
Retrospettiva dedicata alla compagnia Scimone-Sframeli.
Roma, Teatro India e Teatro Due. Fino al 21 dicembre.
     
di Gian Maria Tosatti      

ROMA - LifeGate Teatro non crede nei casi, nei casi teatrali, negli "enfant terrible della nuova drammaturgia". Soprattutto è con una certa diffidenza che attribuiamo l'aggettivo di "contemporaneo" ad un artista "attuale". Questo non significa sminuire l'opera di bravi teatranti, ma ridimensionare il linguaggio per proporre un orientamento al lettore più credibile rispetto a quello di una scena di presunti fenomeni. D'altra parte si fa presto a capire come la situazione reale del teatro sia diversa da quella descritta nelle riviste e nei giornali in cui montare casi è una logorata routine.

Questa settimana a Roma inizia una retrospettiva dedicata a Spiro Scimone e Francesco Sframeli che partirà a ritroso, dal loro ultimo lavoro, Il cortile, per arrivare fino al celeberrimo Nunzio. Di questi due artisti, che da anni vivono in una simbiosi perfetta, si sono letti grandi elogi e non ci pare il caso neppure di doverli presentare, ma da parte nostra preferiamo dire che tra i pochi spettacoli che durante l'anno dimostrano di reggere la scena sono sicuramente le loro opere. Il serrato scambio di battute taglienti dei due siracusani, sulla scia di un beckettianismo iperrealista (sembra un ossimoro) ha prodotto opere in cui il disagio esistenziale di una generazione si esplicita nei contrasti impossibili, nelle ripetizioni seriali dei conflitti familiari, negli ineluttabili automatismi della menzogna, in modo acuto e terribile nelle sue eclissi grottesche.

Una scrittura veloce che spesso deve solo essere lanciata dagli interpreti (loro stessi, assistiti sempre da registi in grado di esaltare tale dialettica testo-scena), che pure si mettono umilmente a servizio della loro lingua cadenzata in una metrica stradaiola (anche quando scrivono in italiano) che fa delle loro opere specie di drammi in versi.

Questa settimana all'India (Il cortile fino al 30 novembre) e le prossime al Teatro Due (La festa dal 2 al 7; Bar dal 9 al 14; Nunzio dal 16 al 21 dicembre) è dunque offerta una buona occasione al pubblico per incontrare il mondo di questa compagnia che in più di dieci anni ha dimostrato un'apprezzabile coerenza nello sviluppo di una poetica precisa ed efficace nel proporre un pensiero particolarmente umano e realista sullo scenario sociale odierno.

Per informazioni: Teatro India tel. 06-68804601/2 e Teatro Due tel. 06-6788259

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -