Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Per una tragedia del futuro    
Al Romaeuropa Festival la Societas Raffaello Sanzio realizza R#07, una nuova tappa della Tragedia Endogonidia.
Roma, Teatro Valle. Dal 21 al 30 novembre.
     
di Gian Maria Tosatti      

ROMA - Cercare di ricreare la condizione tragica nell'età contemporanea, svolgere nel presente una ricerca perché sia restituita la tragedia al futuro. Questo è alla base del nuovo percorso della Societas Raffaello Sanzio, che con Tragedia Endogonidia cambia pagina al proprio lavoro impegnandosi in un progetto triennale in cui alla pratica si affianca una riflessione teorica molto precisa e documentata sui complessi rapporti e meccanismi necessari affinché al teatro si possa restituire una forma che può dirsi perduta.

Dopo le tappe di Cesena, Avignone, Bruxelles, Berlino, Bergen e Parigi (vedi critica in archivio) il ciclo tragico di Romeo Castellucci sbarca nella capitale all'interno del Romaeuropa Festival.

Preceduto da un film documentario sui precedenti episodi questo lavoro realizzato per la città di Roma e replicato solo in questa occasione, R#07, questo il titolo, sarà presentato al Teatro Valle.

Le singole tappe di questo ciclo sono episodi a se stanti che pure si intessono in una trama temporale che fa riferimento al presente. Così per lo spettatore che avvicina per la prima volta questo progetto R#07 sarà una tragedia in sé compiuta, ma per lo spettatore che ha seguito passo dopo passo l'iter dell'Endogonidia verrà svelato l'ennesimo quadro di un affresco complessivo che si annuncia rivelatore.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -