Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Prove tecniche per un altro mondo    
Il festival 'Venti ascensionali' costruisce un ecosistema culturale per dimostrare la possibilità di un'alternativa all'assolutismo mediatico.
Orvieto, luoghi vari. Fino al 14 dicembre.
     
di Gian Maria Tosatti      

ORVIETO - E' iniziato, quasi un mese fa, un evento particolarmente interessante, il festival Venti ascensionali, organizzato ad Orvieto dal Collettivo Teatro Animazione - Laboratorio Teatro. E' però in questa settimana che la complessa programmazione entra nel vivo per protrarsi fino a metà dicembre.

Sono le parole del direttore artistico Luisa Muraro a definire con chiarezza il compito di questa occasione culturale: "Di fronte al riaffermarsi della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti e mantenimento dell'ordine, alla violenza di un potere sordo e mediatico, abbiamo avvertito un doloroso senso di smarrimento, di estraneità, di impotenza. È evidente che certe forme di mobilitazione della politica che conosciamo non bastano più, perché le mediazioni che una volta agivano sono ormai estinte. Ma allora, come esserci? Come uscire dai rituali vuoti, dalle logiche identitarie e dalla ripetizione per fare spazio alla possibilità di altro? Stiamo cercando altri modi per trasformare la realtà e noi stessi. Vogliamo sperimentare pratiche che rimettano al centro l'esperienza vivente di donne e uomini. Vogliamo darci il tempo per un ascolto partecipe e profondo. Vogliamo creare luoghi capaci di ospitare l'incontro e di favorire la relazione. Vogliamo provare a "far accadere altro: altro da quello che normalmente capita, da quello che è scontato e prevedibile, da quello che la realtà stessa sembra rendere inevitabile e ovvio"

Uno sguardo al cartellone dimostra come questa tensione programmatica si traduca con chiarezza nei fatti costruendo una piattaforma che funziona come sorta di ecosistema culturale alternativo.

Confluiscono dunque in questo contenitore "alla ricerca" non solo forme spettacolari, ma soprattutto testimonianze di azioni artistiche e civili. Si combinano così artisti come Pippo Del Bono, presente a partire da questa settimana con tre spettacoli, e il cinema off, che vive a contatto con le realtà di frontiera della quotidianità, con l'impegno di Emergency e le proposte del Commercio equo e solidale.

Questi elementi, assieme a molti altri, si mischiano in una trama organizzativa tessuta come la sintassi di un discorso a partire dal titolo del festival: 3D - disagio, diversità, diritti.

Il risultato è una manifestazione che ha il merito di fare con estrema consapevolezza la prova di un sistema etico alternativo e di metterlo in piedi perché il pubblico lo attraversi fisicamente e concretamente come un'esperienza e non come un prodotto culturale di consumo.

Oltre all'alta qualità del progetto, sostenuta dal valore delle singole proposte, testimonia l'importanza di questo festival il fatto che gli introiti degli spettacoli, al netto delle spese, saranno devoluti ad Emergency per finanziare un progetto in Sierra Leone su un ambulatorio pediatrico.

Una particolare aderenza con i temi che LifeGate Teatro vuole portare all'attenzione del lettore ci porta a consigliare un giro sul sito www.orvieto2000.it/cta.teatro per consultare il programma giornaliero.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -