Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 36
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Nel labirinto dei conflitti quotidiani    
Walter Manfrè mette il suo zampino in un nuovo progetto che analizza i meccanismi familiari odierni.
Milano, Museo Bagatti Valsecchi. Tutti i giovedì fino al 30 ottobre.
     
di Gian Maria Tosatti      

MILANO - Se c'è una cosa che non abbiamo fatto in un anno e due mesi di pubblicazioni è stata quella di trattare il teatro come teatro. Non lo abbiamo fatto perché in effetti sarebbe assurdo. Non c'è bisogno di arrivare ad Artaud né ai greci per spiegare il perché. In una metafora spaziale infatti non potremmo paragonare il teatro ad un punto che nasce e termina in sé stesso, ma piuttosto al segmento di una semiretta che nasce da un precisa origine e sviluppa una tensione verso una determinata direzione. Così può dirsi per qualsiasi cosa sia determinata da un principio dialettico. In sintesi, il teatro non è il teatro, ma può essere migliaia di cose. Tra queste ad esempio il palcoscenico potrebbe essere il luogo di un'indagine sociologica.

Con questa idea nasce Trame da camera, progetto che giovedì scorso ha iniziato a Milano un percorso in quattro settimane tra le contraddizioni, gli scarti generazionali, le difficoltà di comunicazione e gli scacchi del tempo che delineano i meccanismi interni ai nuclei familiari di oggi.

Walter Manfrè è l'ideatore e regista di questo progetto, realizzato nel Palazzo Bagatti Valsecchi da Outis. Motore del progetto sarà il lavoro di cinque drammaturghi che hanno sviluppato in venti testi altrettante situazioni di confronto per una specifica famiglia. Gli spettatori si divideranno, come ospiti a contatto diretto con gli attori, tra cinque stanze, ognuna delle quali ospiterà un conflitto, alla fine del quale tutti saranno riuniti in nel salone per un'azione corale.

Attraverso la scrittura di Renata Ciaravino, Rocco D'Onghia, Pier Mario Fasanotti, Pia Fontana e Sabina Negri si costruirà, dunque, nelle prossime settimane un percorso speculare rispetto alla vita di tutti i giorni, che resta sempre il più complesso dei labirinti da attraversare.

Per informazioni: www.museobagattivalsecchi.org

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -