Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2024 NUMERO 37
Dal 13/05/2024
al 20/05/2024


Aggiornato il lunedì sera







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A ritroso con lo spettatore fino alla fine: condivisioni I (un uomo, più uomini)  
Il mare in tasca, di Cesar Brié, interrogazione intima sul senso del teatro come luogo umano.      
di Gian Maria Tosatti      

"Ecco, vi ho portato il mare." E si toglie dalla tasca un nastro di raso azzurro. Lo stende e lo tiene tra le due mani. Il suo corpo ondeggia, il mare è sulla sua fronte, sugli occhi. Sulle scarpe. Così ad un certo punto de Il mare in tasca, spettacolo-cult di Cesar Brié, interrogazione dialogica sul senso del teatro, sulla sua natura, sui suoi sensi e non sensi. Sulla poesia che regge tutto anche quando i trucchi sono svelati.

Sulla scena alcuni oggetti, pochi, le tracce del naufragio, di uno dei molteplici naufragi esistenziali che attraversano la vita di un artista, di un attore, di qualcuno che si racconta. I cocci che di volta in volta vengono raccolti e da cui si recupera la consapevolezza del viaggio.

Un prete si sveglia in mezzo ad una stanza apparentemente in ordine. Un attore, trasformato in un prete. Che lentamente (non può fare altrimenti) cambia la disposizione, l'ordine apparentemente rassicurante degli oggetti che evocano una camera di sagrestia. "Ecco, ora vedo chiaramente i resti del naufragio" - dirà alla fine, dopo aver trasformato, svelato il volto crudele di ogni residuo di sé, di ogni affetto rimasto attaccato così a lungo.

Così, pezzo dopo pezzo, in una ironica e dolcissima spogliazione si consuma il contraddittorio, intimo "confesso" di un teatrante che scopre come unico punto fermo della sua esistenza lo stare in viaggio. E l'accettazione delle figure sedute di fronte a sé. Non il pubblico, ma, più esattamente, gli ospiti invisibili, che entrano e escono dalla vita di un artista (ma non solo).

Così Il mare in tasca nel suo costruirsi come racconto a ritroso, condivisione dei propri passi in disequlibrio, delle pietre del passato di uno che rimandano ai crolli, alle macerie e ai muri da abbattere di tutti, si rivela come un'opera dal valore particolare, valore di altissima coerenza etica nel suo proporsi, nel suo stare nel punto di partenza, restare come reiterata e ravvivata interrogazione esistenziale prima che artistica per chi si mette sul palcoscenico, ma anche per chi gli siede di fronte, col suo bisogno che un sacerdote evochi le immagini del suo profondo, il suo ricordo del mare, con la magia di un nastro di raso azzurro.


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -