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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Attraverso la metafora |
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Rita Maffei affronta una delle costruzioni drammaturgiche più complesse di questo secolo, La cucina di Arnold Wesker.
Udine, Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Dal 26 febbraio al 2 marzo.
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di Gian Maria Tosatti
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UDINE - La cucina di Wesker è una grande sfida per un regista. Lo è per una compagnia, per un teatro impegnato nella sua produzione. Credo che questo testo di Wesker, questo specifico, sia una sorta di passaggio rischioso, un'acrobazia pericolosa e dunque ineludibile per chi da cos" tanto tempo lavora alla creazione di una realtà stabile fatta di persone, idee e progetti come il CSS di Udine.
La cucina in relazione a chi la mette in scena, il dare corpo ad una dimensione metaforica dalla carica instabile e difficile da controllare, facile a trasfigurare i meccanismi della realtà quotidiana di ogni attore, è l'aspetto che incuriosisce lo spettatore che cerca nel teatro una sorta di osservatorio crudele sull'esistenza.
Spesso nella storia di quest'arte mestiere s'è andati alla ricerca delle strade per raggiungere una verità intima al performer. Ci s'è poi arrivati in molti e svariati modi. La dimensione metaforica di questo complesso spaccato quotidiano credo sia una delle chiavi che consentano all'attore di osservare da un altro punto di vista le forze che agiscono sulla propria persona.
Dico cos" tanto sul tema di quanto sia incisivo l'universo parabolico de La cucina su chi la fa, perché la destabilizzazione che credo provochi questo testo nei suoi "scalatori" sia uno degli agenti determinanti all'impatto che ne deriva sul pubblico.
L'azione interamente svolta nella cucina del prestigioso ristorante londinese Tivoli è infatti una perfetta ricostruzione delle logiche esistenziali, dei loro ritmi, delle dissonanze, relazioni, bisogni, frustrazioni, mancanze, del mondo contemporaneo, visto in una prospettiva capace di mostrare nitidamente le sovrascritture della sfera intima sulle pareti di quella sociale.
Rita Maffei, regista del CSS, assieme ad un gruppo di attori che stabilmente lavora con lo Stabile d'Innovazione friulano e ad un gruppo di ragazzi neo-diplomati all'Accademia "Nico Pepe" di Udine, prova dunque l'impresa in un allestimento che cerca di attenersi scrupolosamente alla scrittura e alla volontà weskeriana.
Per informazioni: www.cssudine.it
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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