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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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L'identità di Iaia e Molly
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Alla Galleria Toledo debutta Molly, in cui la Forte, diretta da Cecchi prosegue il suo percorso nello spirito del personaggio joyciano.
Napoli, Galleria Toledo. Dall'11 al 23 febbraio.
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di Gian Maria Tosatti
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Quella tra Molly Bloom e Iaia Forte è un'affinità che Carlo Cecchi osserva da anni. L'avvicina, se ne allontana per un po' e poi vi ritorna, senza la fretta di chiudere, senza che questo dialogo aperto tra la figura femminile per eccellenza nella letteratura joyciana, ma forse anche del secolo trascorso, e un'attrice che in questi ha vissuto i propri ruoli cme un'indagine sul suo femminile, più o meno animale, si compia in maniera definitiva.
Alla Galleria Toledo di Napoli debutta questa settimana Molly, un monologo di Ruggero Guarini tratto dallo stream of consciousness che chiude l'Ulisse di Joyce. E' una versione in napoletano, in cui la lingua tende a farsi carnale, a divenire sempre più profonda viscerale, come il pensiero in fuga di Molly solo può essere.
"Di Molly mi piace il rapporto con il corpo - ha dichiarato Iaia Forte, diretta in quest'opera da Cecchi -. È un'esplosione di lava, di calore, di suoni, di odori. Diventa sublime anche attraverso la coscienza fisiologica. Molly per me è un ventre in solitudine, un rimuginare su amplessi, un grido alla vita, un accumulo di onde, un mistero di abbandono, una rivendicazione dei valore della carne. È un concentrato di ricordi, di voglie, di scenari. Il suono napoletano applicato a Joyce è prima un dialetto scandito con cura, e quando m'avvicino alla conciliazione, all'oblio, il linguaggio si stringe e diventa più musicato, acquista una dimensione soprattutto emotiva, direi sensoriale. Io dò voce ad un ciclo ininterrotto di stati d'animo che si connettono via via a prestazioni sessuali con l'amante, al primo amore, a fantasie d'un rapporto con un giovane, a barlumi riguardanti marinai e zingari; ma ci sono pure osservazioni materne su di un seno, il dolore per il figlio morto, i pensieri sulla superstizione, il fascino per la natura, e ferite, e sentimenti".
Per informazioni: www.galleriatoledo.com
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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