Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Pretestuosa nota di segnalazione  
Leonardo Capuano e Renata Palminiello portano in tournée Due - primo movimento, uno spettacolo da non perdere.      
di Gian Maria Tosatti      

MODENA (Teatro delle Passioni) - Ci sono spettacoli di cui è difficile dire. Sono quei lavori che in realtà non richiedono venga detto altro. E' come se da soli bastassero. E' come se la loro complessa tessitura ipertestuale funzionasse al punto da non poter essere semplificata ulteriormente, spiegata con maggiore chiarezza.

Sono i lavori in cui si rivela la maturità di un artista. E sono rari. Il fatto che funzionino dipende infatti dal combinarsi di una serie di fattori in maniera organica.

Due - primo movimento, di Leonardo Capuano e Renata Palminiello è un lavoro di questo tipo. Uno spettacolo in cui è riconoscibile il percorso dei due artisti, un percorso in verticale che li porta a suonare questa insignificante sceneggiata quotidiana su note altissime, acuminate, le uniche possibili.

Due è una pezzo teatrale retto su un gioco di attriti fra elementi che si appoggiano uno sull'altro senza fondamenta. E' un appunto funambolico, uno stupefacente gioco di equilibri in cui si declina la storia o forse sarebbe meglio dire la cronologia di una coppia che sembra paradossale e che invece a ben vedere è reale, iper-reale se ci si rende conto che a muoversi sul palcoscenico sono due figure private della maschera della decenza. Ad agire sono le dark-sides nude di un uomo e una donna presi per la loro radicale appendice umana. Davanti al pubblico l'esposizione essenziale di ciò che immediatamente reagisce, prima di modificarsi, di modularsi, di impostarsi.

Una trama drammatugica costituita dalla concatenazione degli stati di necessità, vissuta al presente, senza giudizio possibile, senza a posteriori. Senza filtro verrebbe da dire, come le sigarette che fuma Capuano sulla scena.

Due è un lavoro all'apparenza quasi surreale, in cui si ride di un'ironia estemporanea, quasi fuori luogo, sempre, costantemente, in controtempo. In questo disequilibrio ad arte, in questo stare in bilico come un acrobata che rende invisibile la propria glaciale precisione, sta la forza di questo capolavoro in minore ancora in cerca della perfezione.

Così questa breve critica non può che essere un pretesto, quasi superfluo, per invitare i lettori ad andare a vedere Due e commentarselo da soli.

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -