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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Fra palcoscenico e riflessione |
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Apre ampie visioni tra presente e tradizione la nuova stagione de La Soffitta.
Bologna, luoghi vari. Fino ad aprile. |
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di Gian Maria Tosatti
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Si conferma ricca di occasioni per incontrare, scoprire o approfondire il teatro nella sua armonica declinazione temporale fra presente e tradizione la stagione 2003 de La soffitta, centro teatrale dell'Università di Bologna. Tra gennaio ed aprile sarà un ricco programma, incentrato sul teatro ma comprendente appuntamenti su danza, cinema e musica, a rendere più interessante il panorama scenico del capoluogo emiliano.
Nella stagione che prenderà è chiaro l'ordinamento in sezioni che coniugano l'attività artistica con la riflessioni di studiosi, collegata all'attività didattica dell'ateneo.
A dare il via è il Teatro Valdoca che giovedì 16 e venerdì 17 all'Arena del Sole porterà uno dei suoi ultimi e indimenticabili spettacoli, il Parsifal. L'evento apre una settimana dedicata al gruppo cesenate che porta per titolo Chi arde non ha freddo. Cesare Ronconi e Mariangela Gualtieri condurranno delle lezioni aperte al pubblico sulla regia e la drammaturgia, prima di chiudere la "personale" con Predica ai pesci (24 e 25 gennaio), l'ultima opera della compagnia.
Il 28 gennaio Francesco Guccini, dopo un incontro coordinato da docenti del dipartimento di Italianistica sul tema Tradizione, traduzione, interpretazione e tradimento di un testo classico porterà all'Ex- Mattatoio la sua traduzione in lingua "pavanese" della Càsina di Plauto.
Articolato tra esperienze di diverso tipo nell'area del disagio giovanile è il progetto curato da Paolo Billi e Cristina Valenti intitolato Fragili teatri dell'adolescenza (febbraio-marzo).
Un convegno nazionale sull'attività artistica nei luoghi di pena minorile e l'attraversamento di esperienze sceniche in questo settore, realizzate dalla Compagnia del Fratello, dal Teatro Kismet di Bari e da Lenz Rifrazioni di Parma saranno i campi d'analisi di un fenomeno di grande rilievo artistico ed umano.
Al teatro/vita di Pippo Del Bono Marco De Marinis dedica un'altra sezione del programma. Due spettacoli, Gente di plastica (vedi recensione in archivio) e Il silenzio apriranno la strada a tre lezioni sul teatro tenute dall'artista ligure.
Anche Ascanio Celestini, giovane autore-narratore presenterà, tra marzo e aprile, con tre lezioni e due spettacoli (Radio Clandestina e La fine del mondo) la sua visione di teatro.
Tende un ponte con la tradizione del teatro Giapponese il progetto Il fiore del teatro No che ospiterà il Maestro Umewaka Manzaburo, il quale condurrà un workshop, riservato agli studenti DAMS, con dimostrazione finale aperta al pubblico (ex Macello -Teatro, 27 marzo ore 21) e una conferenza-lezione dedicata a La tradizione del teatro no, oggi.
Una giornata di studio sarà dedicata il 31 marzo all'esperienza artistica di Carmelo Bene con materiali inediti ed interventi di personaggi vicini al suo percorso.
Chiude l'attività della Soffita (7-8 aprile) un seminario-dibattito con titolo Il teatro e la storia, che vedrà coinvolti assieme ai docenti del DAMS due personalità del teatro quali Eugenio Barba e Peter Stein.
Per informazioni più dettagliate sul programma: www.muspe.unibo.it/soffitta
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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