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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Abbiamo giocato! |
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XXX della Fura dels Baus porta in Italia lo scandalo della pornografia a teatro? |
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di Gian Maria Tosatti
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Qual è la linea del lecito? Oltre quale punto si può gridare allo scandalo? Nel porre queste domande ci si rende conto per prima cosa della quasi impossibilità a darvi una risposta che non sia puramente soggettiva e basata su criteri arbitrari. Tuttavia tentare una risposta, indipendentemente dal valore di questa, può avere il merito di sollevare un confronto con il lettore e dunque una sua riflessione "aggiornata" al riguardo.
Arriva in Italia XXX, spettacolo pornografico della Fura dels Baus, la più celebre compagnia spagnola (tra l'altro ingaggiata proprio in questi giorni per aprire i festeggiamenti di Genova capitale della cultura 2004) che ha scandalizzato mezza europa con quest'ultimo lavoro.
La curiosità è tanta e la sala è gremita tutte le sere. Noi ci andiamo e all'uscita la sensazione non è scontata.
S'è assistito ad una trama liberamente tratta dall'opera di De Sade, in cui tra coinvolgimento del pubblico e scene di sesso esplicito veniva rinnovato uno sguardo su una filosofia complessa come quella del leggendario Marchese.
C'è scandalo? No. O meglio, non per l'uso di pornografia in scena. In primo luogo perché il confine tra pornografia e quotidiane sollecitazioni mediatico-erotiche s'è assai assottigliato. In secondo luogo perché da buoni tolleranti si può concepire che la pornografia possa essere usata come linguaggio in grado di veicolare al meglio un particolare messaggio. Il problema è che ciò non avviene. Lo spettacolo non ne è all'altezza.
XXX è uno spettacolo fatto apposta per compiacere un pubblico di curiosi. Una sorta di spogliarello maschile dell'8 marzo, per intendersi.
XXX è un caravanserraglio con effetti speciali inutili più che mai, in cui c'è spazio pure per qualche spettatore esibizionista che può unirsi alla compagnia, spogliarsi sul palcoscenico o ottenere sesso orale da una delle attrici.
C'è scandalo? Forse sì. Perché appunto non veicola nulla, perché è un opera piena di inutili voli di attori attaccati a corde e quant'altro. In sintesi un po' di scandalo c'è perché XXX è uno spettacolo bruttarello, fatto malino, trascurato tecnicamente. Ecco. E' questo il suo peccato, quello di essere mal realizzato. Qui forse sta l'unico scandalo che siamo in grado di riconoscere. L'unico scandalo reale per l'arte. Ma è uno scandalo che non suscita più di tanto sdegno a causa della bassa pretesa del lavoro. In ciò consiste la sua paradossale onestà. Ci è capitato di questi tempi, invece, di assistere a lavori in cui la violenza, la nudità, la mancanza di rispetto per lo spettatore vengono passati per atti di grande contestazione politica e culturale. Ne è un esempio la super-celebrata opera di Rodrigo Garcia. E ci è capitato di trovare in questi spettacoli gli stessi difetti tecnici di questo della Fura. Ecco. Ma qui sì si può gridare allo scandalo ed andarsene anche sdegnati, perché la provocazione aspira a colpire in alto e viene, invece, disarcionata dalle regole dell'arte.
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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