Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(B.Brecht)
 
Non va avanti. Questo non è un numero come gli altri...      
di Gian Maria Tosatti      

E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(B.Brecht)
Abbiamo stima dei nostri lettori, ma non vogliamo e non possiamo in questa settimana fornirgli i nostri servizi d'informazione come se nulla fosse accaduto, come se tutto andasse avanti ugualmente.

Non va avanti ugualmente.

Daremo al pubblico le notizie inerenti al tema di cui ci occupiamo per dovere professionale, ma lo spazio principale della nostra rivista, lo spazio della riflessione, questa settimana rimane in silenzio.

Un buco nero è la nostra copertina. Nero come la notte, la notte della libertà e del diritto. La notte sì, notte tarda. Troppo tardi per restare svegli anche ora che a gridare le ragioni del "disegno" che ci umilia sono le bombe e i colpi di cannone. Il nostro sonno forse è troppo pesante se non ha potuto impedire che venisse accettato il ritorno della prepotenza e dei suoi fantocci. Allora buona notte Mondo. Mondo che ha dimenticato tutto. Mondo così bisognoso di benedizione.


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -