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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Prima della scrittura |
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Grida e sussurri è un'opera sulla percezione poetica che portò Garcia Lorca alla stesura de La casa di Bernarda Alba.
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di Gian Maria Tosatti
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SIENA - In fondo a quel pozzo Federico Garcia Lorca udiva le voci della casa vicina. Echi di donne gli giungevano come da lontananze della mente, di corpi reclusi. Da questa strana esperienza nacque quella che può essere definita una delle opere più importanti del Novecento teatrale spagnolo ed europeo, La casa di Bernarda Alba.
Prima del nucleo tragico, delle azioni dei protagonisti c'è stata un'esperienza sensoriale. Un lungo corso di percezioni, di cieco ascolto, di parole ossessive. In questo vortice di voci si spinge la regista Anne Zénour, col suo gruppo di lavoro.
Il pubblico senese di Palazzo Patrizi, segue dunque l'azione lungo i movimenti dei suoni, delle voci che si confondono, che si sovrappongono, lasciano aperti degli interrogativi con cui Lorca e gli spettatori sono chiamati a fare i conti. In un angolo, come in uno specchio infatti sta la misteriosa figura del poeta, quasi assente, invisibile, ma estremamente vicino ai destini delle figlie di Bernarda, tanto che per brevi istanti sembra quasi poter danzare con loro la strana danza della morte che le sbatte come un tifone contro le mura della loro casa e le sue finestre chiuse.
Grida e sussurri, quest'opera che affronta un testo teatrale rovesciandone la temporalità e riportandolo nella sua dimensione genetica, ricostruendo l'effetto che produsse l'ispirazione del poeta si rivela uno spunto interessante di lavoro, che tuttavia ha più le caratteristiche di uno studio che di un vero e proprio spettacolo. Il lavoro sulla percezione poetica infatti mostra davanti a sé un ampio margine d'approfondimento che merita d'essere approfondito.
Nota positiva è l'affiatamento di un gruppo che in questi anni si è andato formando attorno alla carismatica figura della regista e che dimostra di poter crescere ancora molto.
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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