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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Bon nuit – parte seconda (messaggi al direttore) |
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Abbiamo lavorato bene? La parola ai lettori. |
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di Redazione Teatro
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Caro Gian Maria,
qualche tempo fa, una persona a me cara, commentando un fatto spiacevole in modo scherzoso, mi ha detto: “Un colpo al cuore”. Mi pare che questa espressione, mantenendo la sua dose di ironicità, si adatti bene a descrivere cosa mi è capitato quando ho appreso della chiusura di Lifegate teatro.
Ci mancherà.
E’ un punto di riferimento che si disperde.
Mi mancherà la curiosità con cui attendevo il lunedì sera, tentando di indovinare quali sarebbero stati gli spettacoli recensiti o segnalati.
Mi mancherà leggere di teatro impegnando anche delle mezze ore, anziché i consueti dieci minuti dei quotidiani.
Mi mancherà incazzarmi per le cose che decidi di raccontare su uno spettacolo; perché io avrei detto tutt’altro, e sarei a volte giunto a conclusioni opposte, ciononostante non sono mai stato capace di liquidare senza ragionare un pezzo di Lifegate teatro; per come riesci-riuscite a non parlare di quasi nulla di quello che è successo in scena, eppure ci si porta sempre con sé qualcosa di quella “scena”; perché riesci sempre a motivare e rendere coerente la cosiddetta “stroncatura”, rischiando di convincere anche chi era uscito entusiasta dallo spettacolo.
Mi mancherà sentirmi orgoglioso perché sono andato a vedere una vostra segnalazione prima che la segnalaste.
Mi mancherà che una delle domande più logore e abusate nella critica odierna (“Mancano gli spazi, occorre reinventarseli. Come fare?”) avesse finalmente trovato una risposta concreta.
Mi mancherà, per tutto questo, sentirmi un po’ meno solo.
Confido che il progetto futuro di cui parli possa trovare prospettive, ne abbiamo bisogno. Quasi quasi, mi azzardo a dire che ce lo devi.
Buon lavoro
Lorenzo Donati – C.S.A. Spartaco
Il tuo lavoro critico è una delle belle cose capitate al teatro in questi anni.
Possiedi una lingua luminosa, caro Gian Maria, che unita alla tua passione e ad uno sguardo acuto, fanno di te una figura rara e preziosa, nello sterile panorama della critica. Lifegate chiude, mi dici. Non facciamo i soliti piagnistei sui tempacci che corrono. Spero che la rivista rinasca in un’altra situazione, che qualche organismo teatrale benestante e vivo (aggettivi rari e stridenti, lo so) trovi insopprimibile ciò che la alimentava, e dunque fornisca spazi e mezzi. A te, a chi con te ha dato nitore a quella bolla di terra ferma, auguro splendore e durata.
Mariangela Gualtieri – Teatro Valdoca
Caro Gian Maria,
grazie, ecco tutto quello che spontaneamente mi viene di scriverti per questo saluto a LifeGate Teatro. Sono però certo che non ci mancherà, perché presto riuscirai a ri-aprire da qualche altra parte. Conta su quel poco che potrò dare anch'io perché ci sia uno spazio/tempo per confrontarsi da teatranti liberi su quello che facciamo e, soprattutto, su ciò che NON facciamo. E su tutti quegli artisti che continuano inutilmente (ma non potrà durare ancora a lungo perché o molleranno loro o finirà il senso del teatro d'arte) a fare spettacoli contemporanei per il pubblico che oggi continua a voler riflettere sul proprio presente, anche divertendosi, attraverso il teatro.
Anche da parte nostra, che cerchiamo di fare qualcosa, non potrà mancare una autocritica per i tanti attori, registi e drammaturghi che lasciamo nell'ombra, per non rischiare di restare soli con loro!
Ti abbraccio in attesa di rileggere/riflettere di nuovo sul nostro teatro.
Franco D'Ippolito
Caro Gian Maria,
mi dispiace davvero per quello che è successo, anche se (vedi Primafila, il nostro mensile sperimentale, e altre innumerevoli belle e brevi esperienze) non è una novità che si chiudano o ridisegnino completamente testate di carattere culturale, ormai "obsolete". Ci dicono che nessuno ci legge, che dobbiamo scrivere di meno, che la cultura non paga se non è di "cassetta": non è vero. Non è veronemmeno che non c'è gente che ci legga, solo che chi ci legge, forse, è più difficile da catalogare o iscrivere in una tipologia precisa da targhettizzare in un'operazione di marketing... Comunque.. Io ti leggevo, e continuerò se scriverai altrove.
In bocca al lupo.
Francesco Ruffini
Caro Gian Maria,
certo che è stato importante, il tuo LifeGate Teatro, come ogni voce libera, coraggiosa, che rompa il muro del conformismo e provochi il pensiero a "pensare". Importante per tutti noi che facciamo teatro, importante per tutti quelli che al teatro riservano un ruolo prezioso nella propria esistenza. Questo mio è un abbraccio personale e delle Albe tutte, I tempi furiosi di lavoro e gli impegni mi impediscono di scriverti la riflessione approfondita che vorrei. Diciamo che la rimando al tempo in cui sarà pronto il nuovo strumento che ti inventerai, perchè so bene, conoscendoti, che non resterai un minuto con le mani in mano.
Marco Martinelli - Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
Caro giovane amico,
che dire? già mi avevi annunciato la chiusura e, sai, ogni volta che qualcosa di buono muore e come se anche una parte di noi se ne andasse.
Massimo Paganelli – Armunia
Caro Gian Maria Tosatti,
la sorpresa che mi ha provocato la tua notizia di oggi e' l'ennesima dimostrazione di come io sia talmente immerso e costantemente impegnato nel non vedermi costretto a "chiudere" il mio lavoro che non ho potuto accorgermi delle avvisaglie a cui ti riferisci nella Nota di Chiusura.
E' una condizione diffusa, "lavorare" in continua precarieta' e urgenza pare portare inevitabilmente a concentrarsi troppo sul proprio piccolo pianerottolo, quando in realta' occorerebbe un enorme lavoro di squadra per occuparsi delle fondamenta (ma veramente, non so dove si possa acquistare il tempo necessario).
Il tuo lavoro assieme a tutti quelli di Hotel de la Lune ha creato un nuovo contesto in cui ospitare un progetto.
Questo momento sara' la fine di un modo di presentarlo ma non ne intacchera' le motivazioni.
Ti saluto con affetto e molta stima.
Merdraza (come dice una santa del tuo altarino).
Federico Toni – Festival Tracce
Caro Tosatti,
mi dispiace molto per la chiusura di Life gate teatro. Anche se non abbiamo mai interloquito direttamente (pur essendoci conosciuti, se ben ricordo, qualche anno fa nella redazione di Eti-La critica) ho condiviso a distanza la tua attenzione verso la ricerca teatrale dall'interno di una rivista ambientalista. Un po' quello che ho fatto anche io negli ultimi anni attraverso una rubrica fissa su La Nuova Ecologia, il mensile di Legambiente, sulla quale ho provato a coltivare uno sguardo laterale sul teatro utilizzando la chiave di lettura dell'ecologia.
In molti casi abbiamo scritto degli stessi spettacoli, più spesso abbiamo seguito tracce diverse. Ma è un vero peccato perdere un punto di riferimento, uno dei pochi in questo ambito, così denso di provocazioni anche sul tema delle politiche culturali. Non so che cos'altro aggiungere, ignoro peraltro le ragioni per cui si interrompono le pubblicazioni della tua rivista. Complimenti per l'ultimo numero sulla Valdoca e a presto.
Marco Fratoddi
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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