Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Benedette dilatazioni!  
Da tre giorni a un mese si allarga il festival del Kismet dedicato ai nuovi artisti, il titolo: Eroi Capovolti.      
Bari, Kismet OperA. Dal 19 febbraio al 20 marzo.
di Redazione Teatro
     

Ha appena preso il via a Bari una rassegna di cui negli anni ci siamo occupati sempre con estremo interesse. Sfide personali è stato il punto di lancio, l’appuntamento imprescindibile per i più interessanti artisti pugliesi. In passato una fitta tre giorni da cui sono uscite opere come Antoine Antoine di Mariano Dammacco o Piaccainocchio di Roberto Corradino.
Oggi l’eredità di Sfide personali è raccolta da Eroi Capovolti che si espande fin quasi alle proporzioni di una stagione teatrale senza “diluire” i propri contenuti e anzi puntando ancora più in alto.
Molti gli spettacoli in cartellone e due incontri ( organizzati nei week-end da qui a fine marzo. Un mese assolutamente da non perdere di cui diamo una sintesi di seguito.

Dal 19 al 20 febbraio: Teatro minimo - I sette contro Tebe
Dall’incontro tra una giovane compagnia pugliese, già accreditata nel panorama nazionale, e Carlo Bruni, già regista e direttore di numerosi progetti artistici, I sette contro Tebe è un affresco denso e stupito su una guerra fratricida, monito tragico a tutte le guerre. Alla fine la figura di una donna, Antigone, unica pronta a sfidare le leggi della società per dare ascolto alla propria coscienza e ai valori della pietas.
Dal 25 al 27 febbraio: Lello Tedeschi - Prima dell’ultima battaglia
I fatti terribili di una guerra interminabile, filtrati dalla sensibilità tutta terrena di alcuni fra i suoi principali protagonisti, Achille, Patroclo, Ettore. Il faccia a faccia con la morte, provocata o subita, comunque presente e assordante per quanto è selvaggia e cruenta. L’ineluttabilità dei combattimenti, dei corpo a corpo, della rabbia per l’arroganza dei potenti, del dolore per i compagni perduti, delle passioni forti e inestinguibili. Né vincitori né vinti, solo la tragica constatazione di un “eroismo” vissuto in modo tanto assoluto e necessario nel suo compiersi quanto tragicamente inutile e crudele nei suoi esiti: una voragine nella quale si continua tuttora a precipitare.
Dal 26 al 27 febbraio: Marcello Sambati - Incompatibile
Incompatibile, si accomuna a certe figure estreme d'esistenti: mostri, pazzi, criminali, martiri, malati. Suo scopo non è forse essere compreso ma r-esistere nella differenza e nell’inconciliabilità.
Corpo alla deriva nello spazio reale, sulla cui testa si addensano vertigini; un corpo appeso, infilzato, squadernato in una teca da museo antropologico come un insetto; uno che nella lenta ossessiva alternanza di chiaro e scuro tenta di comunicare: pura voce nell’apnea di un fiato che arde per nulla, si strugge a vuoto e parla al deserto, sperimentando l’extra umano, l’insostenibile gravità del vuoto e l’oscurità della voce.
Dal 5 al 6 marzo: Scena Verticale - Kitsch Hamlet
Un Amleto rinchiuso in una stanza. I suoi tre fratelli, “eroi” mediocri, ordinari e squallidi, serviti e riveriti da una madre morbosamente dedita alla famiglia. Ofelia, cui viene concesso il diritto di esistere nella sola follia. Un contesto di case popolari degradato e pervaso di sottocultura di massa, dove le madonnine sui pianerottoli hanno un lumino acceso tutto il giorno e a ogni angolo sorride la barba di Padre Pio. La provincia calabrese è la provincia italiana ormai massificata, modellata su valori, atteggiamenti, luoghi comuni, piccoli miti usa e getta. I tre fratelli esprimono tra loro una lingua “muta”, che esprime solo quello che il gruppo già sa, e su cui mai s’interroga. Un contesto troppo banale per ospitare la tragedia vera. Uomini troppo “piccoli” per essere eroi. Oggi, qui, non c’è spazio per Amleto, per Shakespeare. Chi potrebbe capire le sue parole?
Dal 12 al 13 marzo: Roberto Corradino - Perché ora affondo nel mio petto
Achille e Pentesilea non s'incontreranno mai. Potrebbe esser questo il chiarimento. Lo chiamo doppio/solo in modo volutamente sghembo perché l'idea è quella di restituire le due individualità nel gioco del raddoppiamento.
Due monologhi sul maschile e sul femminile dell'attore e dell'amore, sulla passione e i suoi viluppi, incastrati e ricalcati sulla vicenda di allontanamento e separazione, di amore passione odio e possesso possessione di Achille e Pentesilea.
Dal 12 al 13 marzo: Lindbergh Teatro - Nessuna omelia
Due uomini si incontrano in una stanza per firmare un Armistizio. Sono soli, con un cameriere che li serve. I due si conoscono da tempo e in quella situazione si sentono a proprio agio pur condividendo tensione e rabbia reciproca. Sono lì da anni, probabilmente; sono li costretti a firmare un accordo che sanno di non voler firmare. A legarli è, oltre che l’odio, anche il passato e l’amore per se stessi. Nei loro incontri rinnovano in continuazione una sfida. Nella stanza dell’Armistizio sanno di entrare in un luogo neutro, dove vige la lealtà fra combattenti, dove si può anche combattere contro l’avversario ma solo con le parole, senza muovere truppe ed eserciti. Questo è il luogo dove ci si rinnova la sfida, dove ognuno mostra la propria irriducibilità all’altro; il luogo dove si tirano la somme nel carniere della guerra, il luogo di un bilancio. E la bilancia è sempre al centro, non pende mai da nessuna parte.
Dal 17 al 18 marzo: Teatro Furio Camillo - Caligola
Cos’è il potere? E la felicità? quanto siamo disposti a pagare per raggiungerla? Quali sono i limiti della libertà? e della giustizia? La solitudine drammatica di cui si circonda Caligola, abbandonato progressivamente dagli altri attori, dimostra che la logica del potere non è la via giusta per dare risposte ma è l’ideale per suscitare questioni. Il gioco condiviso da attori e spettatori attraverso il gioco teatrale d’improvvisazioni, senza luci, musiche o trucchi, la condivisione reale di un esperienza lascia al pubblico la libertà e la capacità di decretare la fine di Caligola e portare a compimento la congiura dei senatori indossando i panni del rivoluzionario Cherea.
Dal 17 al 18 marzo: Valentina Capone - Psicosis 4.48
Un cantico a partire dall’ultima opera di Sarah Kane, una delle voci che maggiormente hanno inciso nella drammaturgia europea di questi anni. Un testo teatrale al limite dell’irrappresentabile, suonato con le corde assolute del dolore. Valentina Capone lo affronta con la direzione di Davide Iodice in una collaborazione fra il Teatro San Leonardo e Libera mente
Dal 19 al 20 marzo: Mariano Dammacco - La notte in cui Orfeo e Dracula si diedero battaglia
Euridice non è morta bensì vive una condizione di “morte nella vita”, e da un regno di morti per metafora che Orfeo e le sue parole devono strapparla. Euridice affronta una sorta di via crucis segregata in una moderna abitazione dal suo compagno che vuole salvarla dal male di vivere. Quasi come sue emanazioni, appaiono Orfeo e Dracula, i quali per lei si danno battaglia, per lei, in lei, sopra lei. Orfeo, inevitabilmente lirico, si racconta e racconta il suo viaggio nel regno dei morti nella vita. Dracula, eletto signore di queste creature, speciali e comuni al tempo stesso, ci accoglie nel suo regno e ci apre il suo cuore di vampiro
Dal 19 al 20 marzo: Loredana Putignani - Materiali di isolamento
Quali sono oggi i volti delle periferie Pasoliniane, ora che le periferie arrivano a ridosso dei continenti.
Vorrei non veder più i corpi straziati, ulivi sradicati.
Vorrei poter pensare alla letteratura invece che alla quotidianità.
Vorrei poter sostare e ascoltare, con una Di-Sperata Speranza.
Vorrei che potessero esserci tutti i miei compagni clandestini africani, vorrei non potermi preoccupare del loro sguardo, di quel che pensano del nostro Occidente....
Materiali di isolamento è un omaggio a Steve Lacy e Leo De Berardinis


Per informazioni: www.teatrokismet.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -