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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Lettere da Altamura: #1 |
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Una rubrica affidata (a sua insaputa) a Roberto Corradino. |
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di Redazione Teatro
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Premessa doverosissima: Da tempo ricevo periodicamente email da Roberto Corradino, attore e regista pugliese tra i più interessanti dell’ultima generazione, che constano “solamente” delle parole di un poeta, di un brandello di prosa di uno scrittore (in questi giorni è toccato a Pasolini). Tuttavia quelle mail, senza saluti allegati, senza “come stai?”, senza niente, hanno avuto sempre l’effetto di farmi riflettere su qualcosa che aveva stretta attinenza coi minuti (non dico “coi tempi” perché sarebbe un intervallo concettualmente troppo ampio) nei quali ero impantanato. I minuti di cui anche incoscientemente non riuscivo a venire a capo. E le parole dei poeti, ho sempre creduto, servissero a metter ordine nei pensieri tumultuati e, all’opposto, travaglio nelle coscienze pacifiche. Per questo ho deciso di creare una rubrica “involontaria” inoltrando ai lettori, attraverso la rivista, le e-mail sporadiche ed essenziali dell’amico Corradino. (Gian Maria Tosatti)
Adulto? Mai - mai, come l'esistenza
che non matura - resta sempre acerba
di splendido giorno in splendido giorno -
io non posso che restare fedele
alla stupenda monotonia del mistero.
Ecco perché, nella felicità,
non mi sono mai abbandonato - ecco
perché nell'ansia delle mie colpe
non ho mai provato un rimorso vero.
Pari, sempre pari con l'inespresso,
all'origine di quello che io sono.
Pier Paolo Pasolini - Roma 1950
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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