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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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La posta del cuore: #1 |
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Lettera aperta al dott. Nastasi presentata al convegno del 6 novembre su Le Buone Pratiche. |
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di Franco D'Ippolito, Mimma Gallina, Oliviero Ponte di Pino, Franco Quadri e Michele Trimarchi
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Milano, 6 novembre 2004
Egregio dottor Nastasi,
le informazioni anticipate alle singole compagnie e alle associazioni di categoria relativamente ai contributi assegnati all'attività di prosa per l’anno 2004 dalla Commissione Consultiva competente hanno rivelato scelte preoccupanti.
Ci riferiamo in particolare all’azzeramento dei contributi alle compagnie e in generale ai pesanti tagli operati nell'ambito della cosiddetta area dell'innovazione, che ci pare ammontino a circa 350.000 euro, e al ridimensionamento di diverse compagnie piccole e giovani, a fronte di incrementi consistenti ad altre realtà.
Considerata l'attuale situazione del sistema teatrale italiano, l'inadeguatezza e precarietà del FUS, nonché la transizione legislativa in atto, si porrà senz'altro la necessità di scelte strategiche, sia per quanto riguarda la distribuzione dei contributi, sia per quanto riguarda una attenta revisione dei criteri e dei parametri con i quali vengono assegnati.
Tuttavia, proprio perché si tratta di una esigenza generale, scelte così importanti non possono essere operate senza riferimento a un disegno complessivo. Contiamo sulla Sua sensibilità e reale volontà di riformare il settore, favorendone l'organico sviluppo e il rinnovamento dei linguaggi e del pubblico. Le proposte della Commissione lasciano perplessi anche per le modalità di applicazione dei criteri della normativa ministeriale, modalità che non possono essere condivise sia sul piano formale sia su quello sostanziale. Riteniamo comunque che decisioni di questo tenore, comunicate a questo punto dell’anno, creino danni irrimediabili alle compagnie, portandole quasi inevitabilmente alla bancarotta.
La invitiamo quindi vivamente a riesaminare queste assegnazioni, come è nelle Sue facoltà.
Per quanto riguarda i gruppi ai quali sono stati azzerati i contributi (naturalmente se l'attività preannunciata sia stata regolarmente svolta), Le chiediamo di ripristinare assegnazioni in linea con la loro storia.
Le chiediamo inoltre di riesaminare i casi nei quali la Commissione ha operato tagli drastici (in alcuni casi pari al 50% del contributo dell’anno precedente) e ripristinarli nel caso l'attività sia stata svolta.
Questa nostra missiva si aggiunge certamente ad altre richieste analoghe. Siamo certi che lo stesso Ministro Urbani comprenderà le gravi difficoltà e le esigenze delle realtà sopra citate e vorrà avvallare questa revisione, sensibilizzato da Lei in merito.
Con i nostri più cordiali saluti e i migliori auguri di buon lavoro
Franco D'Ippolito,
Mimma Gallina,
Oliviero Ponte di Pino,
Franco Quadri
Michele Trimarchi
Questa lettera ha successivamente raccolto molti altri firmatari (ndr).
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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