Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Tra progettualità e incontro  
La nona edizione di Natura Dèi Teatri ha per tema l’arte come predizione.      
Parma e provincia, luoghi vari. Dall’8 al 16 ottobre.
di Gian Maria Tosatti
     

A proposito di percorsi progettuali e dell’attenzione che ad essi dovrebbe andare. A proposito di un teatro in cui non è il prodotto-spettacolo ad essere al centro dell’interesse, ma la ricerca, le domande che portano verso uno spettacolo, o meglio ancora un tema per più spettacoli, studi o prove di messa in scena. A guardare i Premi Olimpici, se davvero rappresentassero il teatro italiano, si direbbe che di tutto questo nel nostro Paese non c’è traccia. Eppure ecco lì che meno di una settimana dopo inizia un festival che mette in chiara luce tutto un altro modo di procedere. Procedere per spezzoni, frammenti, per temi che rivelano altri temi. Un po’ come è prassi per la compagnia Lenz Rifrazioni (che ovviamente non figura tra le nominations dei premi).
Rompere la solitudine di chi cerca è il senso annuale di Natura Dèi Teatri, un festival che prolunga lo spunto d’indagine che anima la compagnia di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto aprendolo ad altre realtà. Quest’anno, per la nona edizione, in un momento progettuale legato all’opera di Pedro Calderon de la Barca, Lenz si confronta col tema dell’arte come predizione. Prodigi + Profezie è il titolo del festival di quest’anno che mescolerà le atmosfere della leggenda a quelle della fiaba tracciando un filo rosso fra autori come Calderon, Pasolini e i fratelli Grimm.
Sarà declinato questo tema complesso tenendo come asse il percorso recente della compagnia parmense che fa perno su Calderon (attesissimo il debutto del Magico Prodigioso per venerdì 8 ottobre) e i Grimm (di cui sarà riproposta la tetralogia), ma lascia intravedere la continuità col progetto Faust (imperdibile il Faust Memories)e la proiezione a Buchner con due studi dedicati al Woyzeck.
Attorno a tale paradigma si intrecciano i lavori o meglio le figure che hanno ispirato le opere di altri artisti, come Antonio Latella, che porterà per intero la sua trilogia pasoliniana, Pilade, Porcile e Bestia da stile, fresco di debutto alla Biennale.
A completare la tetralogia di Lenz sui Grimm ci pensa poi la Compagnia Lombardi Tiezzi con Grimmm di Francesco Niccolini. E tra i luoghi storici della provincia di Parma ci sarà anche Franco Scaldati con la sua Pupa Regina (udite udite! Candidato ai premi Olimpici come migliore spettacolo d’Innovazione), Gabriella Rusticali, col debutto di un suo lavoro da solista, Morte come inizio, e poi la compagnia Laminarie con Jack e il fagiolo magico e MK con una nuova tappa del progetto bw.

Per informazioni: www.lenzrifrazioni.it/natura

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -