Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







Mandaci una mail ›







Per acquistare online i biglietti dei teatri a Milano:
Ciak
Smeraldo
Nazionale

Lo spazio dell'incontro  
Spina '04, un festival dalle dimensioni ideali per non disperdere idee ed energie.      
Comacchio (Fe), luoghi vari. Dal 24 al 26 settembre.
di Gian Maria Tosatti
     

Seconda edizione per un festival che sceglie di lavorare in piccolo e di non uniformarsi alle correnti della globalizzazione del teatro "detto" di ricerca. Spina 04, voluto dall'Associazione culturale Spina e dalla compagnia Bobby Kent & Margot, è l'evoluzione di quel primo incontro che lo scorso anno è stato momento di apertura a conclusione di un processo di studio sui luoghi e il loro alchemico rapporto con l'idea artistica di chi li abita.

A differenza dei molti eventi in cui l'extra-ordinario è rappresentato dal semplice innesto del "prodotto" teatrale in un contesto urbano quotidiano, il punto di partenza non è tanto di legare le opere ai luoghi del paese, quanto forzare questi luoghi a divenire dimora all'idea di chi vi lavora.

Tre giornate di incontri, mostre e spettacoli saranno qualcosa di più di una semplice rassegna eterogenea di opere varie, ma una vera e propria occasione culturale che parte dalla necessità di analizzare una questione determinante dell'atto artistico, ovvero la percezione dello spettatore.

"Prendiamo in considerazione l'importanza dell'atto di vedere. - sottolineano gli organizzatori di Spina. - La responsabilità che è insita nel vedere: la testimonanza che diamo attraverso la nostra lettura della realtà e dell'immagine".

Un incontro di artisti che dialogano sul piano di linguaggi derivati dalle arti visive cercando di analizzare non attraverso la teoria, ma nella pratica dell'azione il concetto di immagine.

Evento di apertura sarà l'inaugurazione della mostra collettiva L'occhio attrezzato allestita per le strade del centro di Comacchio. Ad essa parteciperanno artisti come Asanisimasa, Yuri Ancanari, Roberta Busato, Marco Galafassi, Luca Gambi, Elena Gramolelli, Alessandro Panzavolta, Monica Petracci, Shoggoth, Davide Savorani, Giacomo Strada, Marco Trinchillo, Tommaso Zavatti.

Tra le proposte legate alle arti performative sono da citare il debutto nazionale di Gente di sotto di Alessia Berardi e Daniel Bacalov sulle tracce dell'immaginario denso delle canzoni di Fabrizio De Andrè, le cui figure, i luoghi, i fumi, vengono evocati tra i tavoli di un caffé dove agli spettatori è dedicato il ruolo di sperduti avventori. Assai ambizioso il progetto 00.00.00, ovvero giorno zero, mese zero, anno zero, di Maurizio Oliviero e Cinzia Vaccari, autori di una sorta di spirale alla rovescia in cui annegano i pensieri della storia e le parole di Borges, Bulgakov, Miller e Dostoevskij.

Un ritorno significativo è quello della Nuova Complesso Camerata, gruppo che incessantemente conduce il suo lavoro al margine della scena, nei luoghi in cui si depositano opere di straordinaria visionarietà, come fu lo scorso anno per Bestie e come sarà quest'anno per il debutto di Pàssanta, tratto dal libro Po Canto Biddanoa di Benvenuto Lobina, testimonianza in controcampo del passaggio dalla Prima Guerra Mondiale all'Era Fascista in uno sperduto paese della Sardegna.

Ultimo spettacolo in cartellone è Canti per elefanti della compagnia Le Belle Bandiere, un'opera tra musica e poesia in equlibrio sul filo della lucidità teso sulle opere di folli quali Artaud, Campana, Alda Merini.

Molto impotante in questo festival è il momento dei laboratori. Due quest' anno, il primo, Tempo allo sguardo, condotto da Patrizio Esposito, cui seguirà un incontro pubblico nell'ultima giornata, e il secondo, La parola tra musica e teatro, diretto da Alessia Berardi e Daniel Bacalov.

Per informazioni: www.spina04.it


L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -