Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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L’anima del festival  
Il senso del tempo è al centro dell’interrogazione che il Mittelfest di quest’anno propone all’Europa contemporanea.      
Cividale del Friuli (Ud), luoghi vari. Dal 10 al 25 luglio.
di Gian Maria Tosatti
     

La prima cosa che ci interessa conoscere di un festival è la “missione”, o meglio, il suo senso concreto, la sua necessità, il compito che si è dato, il dove o il “verso dove” vuole condurre lo spettatore che attraverso di esso decide di mettersi in viaggio. Sembra una curiosità scontata, eppure è facendo queste domande semplici che si può capire la differenza tra un festival che vuol essere esperienza collettiva, come la grande regia di uno spettacolo in cui ad agire sono attori e spettatori sulla stessa pedana, o una rassegna di routine, fatta perché all’edizione ennesima di un festival è prassi che debba seguire l’edizione ennesima più uno e poi più due, anche se non si ha più un viaggio da proporre, una rotta misteriosa da inseguire.

Ponendo questa piccola domanda al Mittelfest di quest’anno ci si apre di fronte una sfida interessante, da raccogliere. La direzione di Moni Ovadia ha portato a Cividale un’impronta evidente. Già nel titolo se ne ha un’idea chiara, Il tempo, le voci. Il neo direttore lo spiega così: “E’ la dimensione del tempo quella che meglio accoglie ed esprime la vera natura e la vera essenza dell’uomo. Il tempo, dice un versetto della Bibbia, è il santuario della vita dell’uomo. Non lo spazio: lo spazio crea confini, impone steccati, sottolinea differenze con tutto quello che di tragico questo comporta e ha comportato nella storia dell’umanità.”.
Un’idea che ci pare legarsi con profonda coerenza con l’identità originaria di una manifestazione come il Mittelfest.

Accanto al tempo le voci che ne sono coniugazione. Voci provenienti da tempi diversi, voci che raccolgono eredità di altre voci perpetuandosi e creando una continuità con lo spirito della tradizione.
Il tempo, le voci non è solo un titolo allora, ma un campo di ricerca, il nome di una rotta. Di un viaggio, nel tempo, attraverso le voci. Così questa edizione del Mittelfest ci rivela con chiarezza la propria anima, la propria necessità di interrogarsi e condividere.

Tra le voci che guideranno il percorso rispondendosi di eco in eco dalle terre affacciate sul centro dell’Europa notiamo la presenza di Sœur Marie Keyrouz, la religiosa-cantante impegnata Hymnes à l’espérance e Valja Balkanska, cantante che è la voce stessa della Bulgaria. E se una voce può esprimersi anche con la danza sarà da non perdere il Kontakthof mit Damen und Herren ab ‘65, di Pina Baush con 26 protagonisti ultra sessantenni o gli Assaggi di Potere, di Susanne Linke, o i soli di Andrea Ladanyi.

Il teatro punta sulla satira paradossale di Marco Martinelli e del Teatro delle Albe con l’attesissimo Salmagundi per esprimere il proprio punto di vista sul presente. Ma da tenere presente è anche il debutto del Rabbino di Venezia di Giorgio Pressburger, che introduce al progetto che il Mittelfest dedica all’Olocausto. Kinder - Traum Seminar, ovvero I sogni dei bambini ma anche I bambini nei sogni, è il titolo dello studio scenico preparato su questo tema da Enzo Moscato, mentre Gli altri colori dell’olocausto volge la propria attenzione alle numerose vittime che, accanto agli ebrei, ebbero a patire delle persecuzioni naziste, gli oltre cinquantamila omosessuali (triangolo rosa), i cinquecentomila zingari (triangolo nero) e i moltissimi politici (triangolo rosso), la cui memoria sarà raccolta dal Teatrino del Rifo in Zingari e Politici.

Ma a propposta è ampia e articolata in un fitto cartellone che vede tra gli altri i nomi di Renata Molinari e Massimiliano Speziani, Michela Lucenti e Alessandro Berti, dello sloveno Tomaz Pandur coi One Hundred Minutes, a partire dai Fratelli Karamazov. E poi ancora Franco Brambilla, Alfredo Lacosegliaze la compagnia polacca di teatro di strada Teatr Cogitatur. Grande spazio alla musica con il compositore Fabio Vacchi, autore del Concerto per MittelFest e con lo stesso Ovadia affiancato da Lee Colbert.

Tra gli ospiti eccellenti notiamo la presenza dell’Yiddish Theatre of Israel, ma per uno panorama più dettagliato rimandiamo i lettori al sito: www.regionefvg.it/mittelfest

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -