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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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L’età della virtù |
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Drodesera rilancia la sfida al teatro e diventa un centro di ricerca che vede nel festival il suo fuoco centrale. |
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Dro (Tn), luoghi vari. Dal 26 luglio al 2 agosto.
di Gian Maria Tosatti
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La crescita di un teatro è possibile solo a patto che esso abbia una sua reale identità e che diventi un vero soggetto con cui relazionarsi e con cui scambiare il valore delle esperienze. La crescita di un soggetto comporta una progressiva assunzione di responsabilità che ne testimonino l’affidabilità e la maturità.
Un piccolo cappello per introdurre Drodesera 2004, un festival giunto alla sua edizione della maturità, nell’ambito della quale dopo venti anni di attività si compie un salto che ha in sé il principio della riflessione e dell’azione. Essere stato ribalta e ospite del più interessante teatro contemporneo, dopo aver lavorato con successo in quell’intercapedine o crepaccio che sta tra la necessità espressiva dell’arte e il bisogno di confronto con l’altro che anima lo spettatore, ha portato alla coscienza di una nuova età, una età in cui ci si carica di nuove sfide come capita agli esseri umani o a quelle strutture che non sono fredde macchine da “manifestazione”.
Drodesera 2004 è il primo atto di questa nuova età in cui la sfida a far crescere gli artisti non si limita più a organizzarne un ottimale contatto col pubblico, ma inizia ad assistere le compagnie nei propri processi creativi, a metterli in condizione di produrre i propri oracoli.
Così tutto il festival che si svolgerà tra luglio e agosto ruota attorno agli impegni presi con i gruppi e le compagnie che durante tutto l’anno graviteranno attorno alla Centrale Idroelettrica Fies, divenuta un vero e proprio centro di ricerca artistica.
Tra essi il Teatro Valdoca e Pippo Delbono, i primi presenti col debutto assoluto di Paesaggio con fratello rotto, prima tappa di un progetto triennale, l’altro con una personale di spettacoli e film che introduce all’inizio delle riprese della nuova pellicola del regista cui Drodesera partecipa e che sarà appunto girata durante il festival e nel mese di agosto.
Tra gli altri progetti di rilievo che rientrano in questa nuova strada sta la presentazione di Medea, il nuovo lavoro della Compagnia Abbondanza Bertoni, l’opera di nuovo circo Fenetres di Mathurin Bolze e l’evento speciale realizzato al Castello di Arco da artisti italiani ed europei.
Ma il festival non smette di essere un luogo di presentazione e confronto, per cui assieme ai progetti del nuovo “cantiere” figurano ospiti eccellenti come Virgilio Sieni e Roberto Castello per la danza la Societas Raffaello Sanzio che realizzerà un’evento unico a Fies. Poi altre presenze di rilievo dalla scena nazionale e nomi da scoprire dall’estero.
Una edizione da non perdere dunque, che ci pare dia un segno fortissimo di intelligenza e coraggio in tempi come questi, in cui il valore di alcune iniziative può diventare un contributo vitale a che nasca una risposta alla stanchezza di molti.
Per informazioni: www.drodesera.it
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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