Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Orestea a Gibellina  
Una nuova edizione del festival dedicata alla lettura contemporanea dell’Orestea, tra Pasolini e l’Africa.      
Gibellina (Tp), luoghi vari. Dal 29 giugno al 28 settembre.
di Redazione Teatro
     

GIBELLINA (TP) - Attorno al mito di Oreste si intrecciano molte, moltissime trame contemporanee. Ad esso si rivolgono le più recenti edizioni di Gibellina, un festival che porta già iscritta nel nome l’appartenenza a questo mito. Lo scorso anno era toccato a Roderigo Garcia aprire il discorso con un Agamennone tutto teso all’analisi dei poteri che regolano il nostro oggi. Quest’anno sono altri due giovani artisti a completare la declinazione trilogica di questa storia antica.

Restano fissi i punti di riferimento, Pasolini e l’Africa, come a dire il navigante e la rotta, l’osservatore e il punto d’osservazione, l’eretico e l’altrove. Queste le suggestioni che Monica Conti e il newyorkese Big Art Group hanno ricevuto e intessuto nei temi dei loro rispettivi lavori, Coefore, centrato sul rapporto tra passato e futuro, e Eumenidi Gentler.

Ma punto focale di Gibellina resta Pippo Delbono, presenza storica del festival col debutto del suo ultimo spettacolo, Urlo, in anteprima sul cretto di Burri dal 29 giugno al 3 aprile.

Tra gli altri eventi del festival segnaliamo
Ostie nere
un concerto-spettacolo di artisti italiani e senegalesi dedicato a L.S. Senghor, e la presenza di Davide Enia, giovane narratore palermitano coi suoi due lavori, Italia Brasile 3 a 2 e Maggio ’43.

Per informazioni sul programma: www.orestiadi.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -