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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Teatro-Cucina: lo spettacolo è in tavola!
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Nuove date per il "Teatro-Cucina" del Teatro in Polvere, a Milano: con il "tutto esaurito" fino al 21 marzo sarà ancora possibile gustare il teatro... con tutti sensi il 6, 7, 8, 15, 16, 17, 22, 23, 24 aprile. |
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Milano, Teatro in polvere, fino al 24 aprile
di Paola Magni
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Si presenta subito il teatro-cucina, con un'energica spruzzata di farina che investe i 26 spettatori a tavola, riempie il pavimento, e accorcia immediatamente le distanze. La sensazione è quella di essere catturati nell'impasto, che non è solo quello del pane, è scenico, ma anche di essere incensati, accolti in un percorso che sa di mistico, di sapori e di gesti che toccano delicatamente in profondità, dentro di noi.
Il linguaggio gastronomico e quello teatrale sono in simbiosi nel teatro-cucina: "i tempi teatrali - racconta la regista e co-autrice (con Valentino Infuso) Elisabetta Faleni - si conciliano con quelli di cottura, di fruizione e di degustazione, pensando essenzialmente al piacere del pubblico. Mangiare e guardare è impegnativo. Ricevere una pietanza, guardarla, sentirne il profumo mentre si ascolta una musica o si guarda un attore che si muove, che ti racconta, allentare le difese, abbandonarsi all'effetto del vino, del cibo, del racconto, emozionarsi con i ricordi, ridere, decidere di partecipare, condividere. E' questo che vorrei raccontare dello spettacolo. Vorrei annullare l'egocentrismo registico per riuscire a rispettare chi riceve, perché l'atto di ingerire qualcosa preparato e servito da qualcuno è un'azione che presuppone intimità e fiducia".
Gli attori - Valentino Infuso, Stefania Casiraghi, Corinna Agustoni che si alterna con Laura Gamucci - e il musico - Roberto Zanisi - bravissimi, fanno di tutto, e ci riescono, per entrare in comunicazione con lo spettatore. Lo invitano a uno sgarruppato ed esilarante matrimonio gitano, con tanto di musica e portate, lo servono a tavola, con un'intensità amichevole, lo fanno sentire coccolato, lo divertono e lo commuovono con racconti legati al cibo che sanno di invincibile tenerezza e con quel po' di improvvisazione che completa la lista degli ingredienti dell'impasto scenico.
Insomma un vero e proprio spettacolo-convivio con musica, canto, danza e un laboratorio gastronomico in diretta che annuncia le cinque sfiziose portate ispirate alla cucina popolare italiana (Davide Oldani è il compositore del gusto), accompagnate da quattro ottimi vini regionali.
La battuta, a questo punto, viene da sé: il teatro è servito. Mangiatelo!
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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