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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Passo secondo nella lucidità del buio |
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Debutta in forma completa Refettorio, di Habillé d'eau, sicuramente una delle più interessanti realtà emergenti. |
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Roma, Teatro Furio Camillo. Dal 2 al 4 marzo.
di Gian Maria Tosatti
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Refettorio è l'ultima creazione di Habillé d'eau, uno dei gruppi che in questi ultimi anni si sono messi in luce grazie al rigore visionario delle proprie coreografie. Un lavoro che arriva dopo "Studio per Attis" di cui ci occupammo tempo fa (vedi critica in archivio) e che prosegue un percorso non solo tecnico, una ricerca legata ad un incessante interrogativo, alla necessità di un'interrogarsi per autoconsistere, operato dentro il corpo del Buto, ma prima ancora nello spirito dell'atto performativo.
Refettorio è un opera iper-femminile, al femminile e attraverso il femminile, ispirata a Womina-Nite di Masaki Iwana. Quattro figure in scena, "..Un'appesa, nessuno la conosce. Una vecchia prostituta, pare che sia Karayuki-san "Lasciatemi dire che persino io ho un cuore tenero", è brava a cantare. Una ragazza distesa, dimostra 15 anni appena. Kasumi-san, poco più che una macchia sul muro e due cicatrici di rasoio ai lati della gola. Ultima, un'eccentrica, tiene un pesce tra i denti... [...] E' l'estate del 1919. A Tokio".
Dell'affascinante lavoro che per ora abbiamo potuto vedere solo sotto forma di studio nella fase finale del Premio Scenario (di cui Habillé d'eau ha conquistato la menzione speciale), parla Silvia Rampelli, coreografa e leader del gruppo. "Pochi accadimenti per una lenta combustione finale. Letteralità e rifiuto di narrare logorano il taciturno patto della messa in scena. Qui si manifesta un'etica della danza, più che un'estetica. E' il luogo di un'esposizione, di un'offerta. Come in un originario rito sacrificale l'applicazione a un compito, il minimo dell'azione, rivelano l'abbaglio dell'artificio, la potenza di ciò che sottende: l'essere".
Il lavoro, che segnaliamo particolarmente ai lettori, come l'opera di un gruppo che nelle sue prime prove ha dimostrato di possedere gli strumenti e la coscienza per sviluppare fino oltre i limiti le proprie grandi potenzialità, sarà in scena al Teatro Furio Camillo di Roma, dal 2 al 4 marzo.
Per informazioni: 06/97616026 oppure [email protected] |
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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