Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Verso Dioniso    
Teatro e Identità #3 - Teatri di Vita diventa Teatri di Vite per sperimentare un nuovo modo di stare a Teatro.      
Bologna, Teatri di Vita. Dal 14 gennaio al 29 febbraio
di Gian Maria Tosatti
     

BOLOGNA - Questo numero di LifeGate Teatro è dedicato all'Identità del Teatro. Un concetto dalla pretesa un po' ingombrante e che dunque cercheremo di ridurre ai minimi termini prendendolo alla lettera. Allora identità diventa "carta d'identità", generalità, nome e cognome. Perché a volte giocare col proprio nome può significare giocare con la propria identità, cambiarla per capirla. Teatri di Vita, le cui sorti nella burocrazia economica italiota meriterebbero un approfondimento che promettiamo (Gli è stata revocata quest'anno la qualifica di Stabile d'Innovazione senza un perché), diventa Teatri di... Vite.

La "vita" diventa "vite". Il gioco di parole si collega alla tradizione più antica del teatro, dionisiaca, oppure chiarisce il suo obiettivo, divenire un teatro per le vite, dunque per gli spettatori, evitando l'isolamento in cui da tempo lo spettacolo d'arte è autoconfinato. Queste due strade, e il loro ovvio coincidere, sono i vettori che muovono l'iniziativa di Teatri di Vita, che per un mese e mezzo diventa Teatri di Vite fondendo teatro ed enologia.

Dal 14 gennaio al 29 febbraio la struttura diretta da Andrea Adriatico e Stefano Casi cercherà di cambiare il comportamento dello spettatore, la sua consuetudine di trovarsi a teatro per assistere a qualcosa che accade, ad uno spettacolo.

Teatri di vite è il nome che il centro bolognese si dà per cercare un tempo diverso per lo spettatore rispetto a quello del consumo del prodotto spettacolare esaurito nella durata della performance. Lo spettacolo come degustazione, come punto di partenza e non come fine di una tensione. Un po' come il vino buono, che non si consuma, ma si discute, si conosce.

Immediato allora l'abbinamento a costruire un ordine complesso in cui muoversi, attraverso cui far arrivare il pubblico in luoghi e tempi inusuali per la cultura, come quelli del convivio.

Invitati per questa occasione sono tre compagnie e tre vini, Le bottiglie della cantina siciliana Donnafugata, dialogheranno con il Teatrino Clandestino di Pietro Babina e Fiorenza Menni e con La bestemmiatrice, studio sul tema delle madri assassine in scena dal 14 al 18 gennaio.

Il Sangiovese delle cantine che compongono il Convito di Romagna (San Patrignano e Drei Donà) si coniugherà con un evento particolarmente interessante come le Elaborazioni sonore nel segno ideate dal pittore Massimo Luccioli. Una serata di pura ricerca musicale in cui la partitura dei musicisti sarà costituita dai tratti che attraversano le tele di Luccioli, proiettate in scena come spartiti (23 gennaio).

Chiudono i vini friulani della cantina Livio Felluga e l'ultima produzione di Teatri di vita, Fiori: azzurro di Andrea Adriatico (dal 25 al 29 febbraio).

Ma Teatri di Vite è un'iniziativa destinata a proseguire nei mesi successivi. Di volta in volta giocando con se stessa nel suo iter tra Teatro e Identità.

Per informazioni: www.teatridivita.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -