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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Uscite d'emergenza |
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Il fenomeno degli spazi autogestiti e la rassegna Resistenze curata da Triangolo Scaleno.
Roma, Strike SpA (via Umberto Partini 21). Dal 14 al 22 dicembre. |
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di Gian Maria Tosatti
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E' un fenomeno complesso quello delle piccole realtà autogestite, degli spazi vitali in cui si lavora quotidianamente, ci si misura col teatro da fare e si presentano spettacoli che spesso hanno una certa difficoltà ad incontrare il pubblico. Questi sono i luoghi in cui non arrivano le vedette, in cui gli artisti sconosciuti, corpi senza volto, sbattono ostinatamente contro le mura dell'arte per raggiungere il proprio punto limite. Ma sono anche i luoghi in cui si bruciano le speranze di quei giovani che tentano un intervento, una parola stentata nel baccano militare di macchine e trasmissioni. Sono questi luoghi bombardati, piazze rase al suolo, capannoni che resistono al motore umano delle periferie, spersi in vie buie, dietro alti cancelli di ferro.
In queste zone franche leggi non ce ne sono. Non ci sono bilanci, spartizioni e politici. Qui si avanza col valore della propria ostinazione e forse della propria incoscienza. Nei centri sociali si incontrano per forza persone differenti, menti sterili o feconde, energie ingombranti o genialità alla deriva.
Questi spazi sono uscite d'emergenza. Sono i vicoli bui e pieni di scatoloni nei quali si butta chi non resiste agli effetti speciali dello spettacolo cinematografico quotidiano che abbellisce tutto e esce a metà spettacolo dalle porte laterali. Non sono luoghi accoglienti, non sono neppure un'alternativa allo stato attuale. E non lo saranno mai finché si continuerà a vederli come spazi di transizione, come trampolini di lancio per giovani artisti.
Questi spazi non buttano corrente dentro il sistema teatrale, ma ne sono le uscite d'emergenza. Da qui sì, si può anche partire, ma oggi è tempo che si cominci ad arrivare. Che si lavori perché il pubblico possa seguire la via di lumi accesi sulla strada che porta ad essi. Che si lavori per dare allo spettatore un dove in cui trovarsi fuori, dove niente è stabilito, è obbligato, è istituzionalizzato per riscoprire la possibilità di un contatto reale con l'arte, o meglio, con gli uomini che accendono l'incanto dell'arte.
Da parte nostra noi proviamo ad accendere un lumino che attiri qualche spettatore verso la deviazione buia che parte dall'autostrada dello spettacolo segnalando un'iniziativa realizzata da Triangolo Scaleno Teatro nell'attivo Strike Spazio Pubblico Autogestito di Roma. Col contributo ("fortuito", ci verrebbe da dire) dell'Eti, la giovane compagnia diretta da Roberta Nicolai dà vita ad una rassegna, intitolata non a caso "Resistenze", in cui s'incontrano compagnie storiche e giovanissimi gruppi che cercano nel teatro uno strumento di dialogo col presente. In questo senso, afferma la regista autrice dell'iniziativa: "La contemporaneità chiede al teatro il suo contributo, chiede strumenti di pensiero utili a prendere consapevolezza".
Due i cartelloni che correranno paralleli, uno dedicato appunto a quelle realtà che hanno saputo imporre in questi anni una propria poetica lettura del mondo, l'altro aperto a gruppi emergenti. Tra i primi saranno presenti Remondi e Caporossi (22 dicembre), due maestri della scena romana, e ancora Marco Solari (14-15 dicembre), la compagnia Rosso Tiziano diretta per l'occasione da Cesare Lievi (dal 19 al 21 dicembre) e Manachuma diretta da Maria Maglietta (dal 16 al 18 dicembre).
Uno sguardo particolarmente attento meritano però le proposte ancora da scoprire, Residui Teatro con Pax (15 dicembre), il Teatro Furio Camillo con Aracnofobia- Legge 4198 (16 dicembre), il Teatro Internato Piccoli frammenti (17 dicembre), il Teatro Forsennato con Sangue palestinese (20 dicembre) e Triangolo Scaleno con Terre - pillole teatrali (18-19 e 21).
Per informazioni: 06/4441218
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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