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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Ritrovare gli antenati |
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Prosegue con Rosa la Rossa, diretto da Serena Sinigaglia e dedicato a Rosa Luxemburg, il ciclo di A.T.I.R. dedicato alle Biografie di uomini straordinari.
Milano, Teatro Verdi. Dal 4 al 23 novembre.
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di Gian maria Tosatti
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MILANO - Nei tempi bui, i nomi degli antenati, delle ombre che ci hanno preceduto, possono essere i gradini di una scala che permetta di salire fino a forzare la cappa del silenzio che opprime gli uomini. A volte quei nomi assumono la forma di preghiera, di formula che ha il potere di mettere ordine nel lamento. A volte è necessario nominare i profeti.
Prosegue così con Rosa Luxemburg, figura mitica del socialismo europeo che fa da ponte tra Marx e l'età di Weimar, il ciclo spettacolare dell'A.T.I.R. dedicato alle Biografie di uomini straordinari.
"Perché parlare di Rosa Luxemburg? Perché è morta ammazzata. Perché è forse l'unico esempio di 2500 anni di storia occidentale che vede una vera e propria donna politica, non una romanziera impegnata o una poetessa sfigata o una diarista illuminata, no, una vera e propria politica, amica di figure quali Lenin, Trotzki, una che ha fondato il partito spartachista, ovvero un partito più a sinistra della sinistra più radicale! Perché per le sue idee politiche e il suo impegno diretto prima nel partito socialdemocratico tedesco, poi nel suo partito spartachista, ha passato più anni in carcere che fuori. Perché, come tutti gli esseri straordinari, è stata un esempio di coerenza ed elasticità mentale insieme. Perché in un'epoca in cui l'ortodossia marxista era il verbo inviolabile, Rosa cercò una sua via, una sua personale elaborazione, senza paura di criticare i compagni, senza paura di mettere in rilievo dall'interno (!) i limiti, le contraddizioni, le menzogne del partito. Perché di lei non si sa nulla!!!"
Così la regista, Serena Sinigaglia, parla di una figura diventata apocrifa nel calendario dei santi socialisti eppure un esempio estremo di coerenza e illuminata arditezza in un periodo particolarmente complesso come quello che va dalla fine dell'Ottocento all'eredità della Grande Guerra, tra il tramonto della politica liberale e l'interrogativo sul sorgere di una società di massa.
Al Teatro Verdi, dunque dopo il successo di "Il Che. Vita e morte di Ernesto Guevara", A.T.I.R. accende le luci sulla sagoma di "Rosa la rossa" ritratto di Rosa Luxemburg scritto da Sonia Antinori, per restituire al pubblico la storia di un nome che a pronunciarlo sembra ancora bruciare.
Per informazioni: www.teatrodelburatto.it
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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