Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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La danza guarda all'Europa    
Un focus sulla coreografia olandese e la nascita di un Centro Internazionale di Danza al centro di Oriente Occidente 2003.
Rovereto, luoghi vari. Dal 26 agosto al 6 settembre.
     
di Gian Maria Tosatti      

Il Festival Oriente Occidente, composito appuntamento di fine estate dedicato alla danza, giunge alla sua XXIII edizione. La doppia direzione di Lanfranco Cis e Paolo Manfrini quest'anno, allacciando la collaborazione con altre tre strutture interessate ad una rete artistica più ampia e completa, come il Festivaletteratura di Mantova, il Teatro Nuovo di Verona e il Mart, ha deciso di focalizzare l'evento su due linee guida. Da una parte l'impegno a promuovere il neonato CID (Centro Internazionale di Danza di Rovereto) con un'intensa attività laboratoriale che andrà a riversarsi nel cartellone del festival e dall'altra con la volontà di volgere lo sguardo verso i Paesi Bassi che da anni ricoprono un ruolo di primo piano nel panorama della coreografia europea ed internazionale.

Dal 26 agosto al 6 settembre si rimetterà in moto la macchina di Oriente Occidente che oltre alle suddette sezioni proporrà diversi altri spunti, dalle ospitalità artistiche alle consuete ricerche etnogastronomiche.

Per quel che riguarda il CID, tre coreografi della nuova scuola italiana sono stati chiamati a tenere laboratori con i giovani allievi. Ad integrare questo percorso con l'interessantissimo progetto Bird Watching: (di cui ci siamo occupati nelle tappe di Armunia e Primavera dei Teatri) sarà Michele di Stefano che con la sua compagnia MK realizzerà lo studio bw: Sigourney Weaver. Laboratori con dimostrazione finale anche per Alessandra Sini di Sistemi Dinamici Altamente Instabili e Ariella Vidach.

Ma la terra d'elezione di Oriente Occidente 2003 è l'Olanda. Tre esponenti di spicco della danza fiamminga saranno presenti. A cominciare da Anne Teresa de Keersmaeker che con la sua compagnia Rosas si ispira al jazz di Miles Davis nella sua ultima creazione Bitches Brew/Tacoma Narrows che mutua il titolo proprio da un album doppio del grande trombettista americano.

Koen Augustijnen proporrà un lavoro più legato al sociale e alle nuove generazioni, mentre si segnala il ritorno dell'emigrato Emio Greco con Rimasto orfano.

Un altro percorso sarà legato all'omaggio per Loie Fuller, pioniera dell'illuminotecnica americana. Ispirate alle sue ricerche le creazioni, di Brygida Ochaim e del CCN -Ballet de Lorraine diretto da Didier Deschamps.

Da segnalare ancora in clima internazionale, per la sezione "Assaggi dal mondo", Tania Perez-Salas è la più promettente coreografa contemporanea messicana e il suo gruppo Mnemosine, l'indiano Raghunath Manet, considerato il Nureyev del bharata-nâtyam, così come gli australiani Strange Fruit, al top della hit parade del teatro di strada mondiale. Per informazioni più dettagliate sul calendario: www.orienteoccidente.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -