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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Seguire il filo
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Da tre anni il tema portante del Festival Il Filo di Arianna è il mito.
Belluno, luoghi vari. Dal 1 al 6 luglio.
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di Gian Maria Tosatti
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Prosegue per il terzo anno consecutivo un viaggio all'esplorazione del mito e i suoi territori. Questa ancora una volta la chiave principale del Filo di Arianna, festival curato da Tib Teatro che quest'anno oltre a Belluno vedrà partecipare anche la bellissima città di Feltre.
Un festival che nelle passate edizioni e soprattutto in questa si è meritato un'attenzione particolare per la prosta spesso basata su studi, opere che fanno della sperimentazione il loro motore vero. E' così anche per l'edizione 2003, che si apre appunto con due studi sul personaggio di Fedra, realizzati tra teatro e danza ad opera di Alessandra Aricò e Paola Bacchetti. Questi lavori saranno accompagnati inoltre da incontri che approfondiranno la riflessione sui temi con i quali tali miti hanno attraversato i secoli.
Tra i lavori da segnalare facenti capo a questa sezione sono certamente il Filottete di Lady Godiva Teatro (recensione in archivio), ottima riscrittura da Heiner Muller, la Storia del Labirinto di Mara Baronti e Orfeo - Il respiro della giovane compagnia pisana I Sacchi di Sabbia.
Su un percorso lungo la storia del teatro che chiaramente non può prescindere dai miti analizzati negli altri spettacoli si struttura lo spettacolo di Tib Teatro, diretto da Daniela Nicosia. Un evento per quindici spettatori in cui "il tempo attraversa lo spazio, l'edificio teatro, imbattendosi nell'universo mitico tragico di Sofocle, Euripide, Seneca - Edipo, Medea, Fedra - che ritorna sotto forma di icona, per incarnarsi poi, grazie a Shakespeare, Calderón, Jacopone da Todi, Goldoni, Rostand, Strindberg, Pirandello, Rilke fino al contemporaneo Cavosi, nella dichiarata presenza dell'attore, persona in gioco, lì, faccia a faccia con lo spettatore, in uno spazio nuovo che annulla la distanza, rimescola i ruoli, rende labile il confine tra essere e apparire, in un gioco sottile e sospeso tra la vita e la morte".
Un percorso più completo, che partirà da una fase laboratoriale, passerà per la presentazione di uno studio Sul corpo, fino a giungere al confronto con uno spettacolo di alto livello sperimentale come Il migliore dei mondi possibili è quello che impegnerà Roberto Castello, una delle figure cardine della danza contemporanea italiana.
Ancora spettacoli, parate e incontri arricchiscono il cartellone per cui rimandiamo al sito internet www.filodariannafestival.com
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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