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Dialogo settimanale su teatro e danza.
ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024 al 25/11/2024
Aggiornato il lunedì sera
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Il lavoro della memoria |
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Ad Ascanio Celestini le Briciole di Parma dedicano la chiusura della stagione con due giorni dedicati alla memoria come creazione artistica.
Parma, Teatro al parco. Dal 15 al 16 aprile. |
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di Gian Maria Tosatti
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PARMA - La memoria è il nucleo fondamentale, il movimento primo della ricerca artistica di Ascanio Celestini, giovane, giovanissimo, autore-narratore, che in questi anni sta letteralmente conquistando i palcoscenici italiani e le loro platee. A questo percorso, facendo proprio perno sul principio della memoria, il Teatro delle Briciole dedica il finale della sue ricca stagione. Tre eventi per andare non solo all'origine della poetica di un artista-fenomeno del teatro contemporaneo, ma anche per tornare alla nostra memoria di italiani, per ripercorrere dei passaggi strutturali delle nostre coscienze. Due spettacoli ed un incontro allora per ritrovare testimonianze che ci aiutino a definire i contorni di un'identità che rischia di perdersi. La sera del 15 e 16 aprile sarà di scena Fabbrica, uno spettacolo frutto di un lungo lavoro di ricerca tra le testimonianze di vecchi operai, sindacalisti, sullo spirito, l'anima dell'età industriale di questo Paese.
Alle 17 del 15 aprile un incontro condotto da Andrea Porcheddu metterà Celestini di fronte al pubblico per parlare del "Lavoro della memoria".
Solo per le scuole superiori, alle 10 del 15 aprile torneranno a parlare le voci della resistenza con Radio Clandestina, uno spettacolo basato sulla strage delle fosse ardeatine che Celestini ha tratto dal libro L'ordine è già stato eseguito di Alessandro Portelli.
Per informazioni: www.briciole.it
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L’ultimo numero di LifeGate Teatro
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Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione.
Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -
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