Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Riflessione e pratica teatrale    
Psicoshow, ultimo spettacolo de L'impasto porta nel vivo il progetto Arte/Società/Follia, un'interessantissima iniziativa realizzata assieme al Css di Udine.
Udine, luoghi vari. Fino ad agosto.
     
di Gian Maria Tosatti      

UDINE - A che cosa serve il teatro?

Nello spazio ristretto di un articolo credo impossibile una risposta almeno accennata. Per una risposta esauriente non bastano le montagne di scritti, libri e opuscoli che potremmo accatastare limitandoci al solo '900. Le parole forse non bastano, o magari non servono allo scopo di definire un campo che dopo venticinque secoli di storia ha ancora una maggior parte di superficie inesplorata.

E' diverso però il valore di un'esperienza, un'occasione che il teatro si dà per riflettere sul suo ruolo. Si può attraverso una realtà in espressione dare un'occhiata attraverso le possibilità d'uso del teatro, si può usare o create attraverso di esso.

Arte/Società/Follia, progetto realizzato dall'Impasto Comunità Teatrale e dal Css di Udine, in collaborazione con molti partners territoriali sembra percorrere una strada particolarmente interessante.

Partendo da un tema come la riflessione sulla "relazione che intercorre tra il fare arte (e in particolare il teatro, la danza, il canto e la scrittura), l'essere sofferenti mentali o comunque vivere un disagio psichico e l'essere contemporaneamente anche parte di una società 'matura', vale a dire evoluta fino a una frammentazione e una specializzazione esasperate, il progetto si pone come interlocutore a diversi livelli con il territorio in cui ha scelto di operare in una prospettiva plurima di "ponte" tra identità e individualità, tra passato e prospettive, tra potenzialità ed espressione e soprattutto tra teoria e pratica.

In questo senso infatti va riconosciuto un merito importante a quest'iniziativa, la sua organizzazione per sezioni legate ad iniziative pratiche ed integrate, che tutte insieme vanno a comporre un percorso per un pubblico di diverse generazioni.

In sintesi, partendo da una riflessione sulla marginalità, Arte/Società/Follia si connota come un'iniziativa tesa nella ricostruzione di un "ecosistema civile" in contro tendenza all'espressione della società contemporanea, ma al contempo attento alla sua osservazione.

Partito nel gennaio di quest'anno, l'organismo pensato da Alessandro Berti e Michela Lucenti sta entrando in queste settimane nella sua zona rossa, che coincide con la presentazione (dal 10 al 13 aprile al Teatro San Giorgio) dello spettacolo Psicoshow, ultima creazione de L'Impasto, realizzata a partire da testi di Franco Basaglia e da una riflessione sulla legge 180 e col contributo di un gruppo di giovani partecipanti al laboratorio Danzare l'anima che la compagnia sta tenendo a Udine da gennaio come prima sezione del Progetto.

Lo spettacolo rientra invece nella seconda sezione, intitolata Che cos'è la psichiatria? una serie di eventi tra spettacolo e riflessione basati sul rapporto società-follia oggi.

Completano la rosa delle sezioni la Scuola popolare di teatro, rivolta agli adolescenti della provincia di Udine, e Friulani! - incontri con esperienze e personalità straordinarie, una serie di incontri con testimonianze di cittadini "a loro modo" eccellenti della regione.

Per una più completa definizione del calendario e delle iniziative rimandiamo al sito del Css: www.cssudine.it

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -