Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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Viaggio alle radici del No    
Organizzato dalla Soffitta un percorso articolato attraverso una delle forme più antiche del teatro asiatico.
Bologna, luoghi vari. Fino al 27 marzo.
     
di Gian Maria Tosatti      

BOLOGNA - E' da considerarsi particolarmente interessante la proposta artistica della Soffitta, il centro di promozione teatrale collegato al Dams di Bologna, per il 2003.

Prosegue fino al 27 marzo una delle occasioni più interessanti di questi tempi per incontrare la grande tradizione del teatro No. A questa particolare forma di arte scenica, fiorita nel Giappone del XV secolo Giovanni Azzaroni e Matteo Casari dedicano un percorso per il pubblico attraverso gli ambienti e le storie che ne determinano il carattere. Una serie di proiezioni , una conferenza e un workshop condotto dal maestro Manzaburo Umewaka con dimostrazione finale saranno le tappe di preparazione alla conoscenza di un'arte estremamente codificata e complessa nei suoi significati e le sue sfumature tecniche. No significa capacità, abilità e e le origini di questo teatro affondano nel mito, in cui il canto e la danza hanno il potere di riportare alla luce le energie nascoste oltre che di rappacificare gli dei.

Dopo la proiezione di Rashomon di Akira Kurosawa, giovedì 6 marzo sarà mostrato, a palazzo Marescotti il fim di Kenji Mizoguchi I racconti della luna pallida d'agosto. Un documentario realizzato da Matteo Casari sul No sarà invece visibile il 13 marzo in preparazione del video di Hagoromo del maestro Mazaburo Umewaka.

Il 27 sarà invece mostrato all'Ex Macello l'esito del laboratorio che il maestro sta conducendo con gli allievi del Dams.

Tutti gli appuntamenti sono gratuiti.

Per informazioni: [email protected]

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -