Dialogo settimanale su teatro e danza.

ANNO 2025 NUMERO 12
Dal 18/11/2024
al 25/11/2024


Aggiornato il lunedì sera







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I meccanismi del teatro    
Massimiliano Civica, uno dei registi più interessanti dell'ultima ondata porta al Furio Camillo la sua ricerca.
Roma, Teatro Furio Camillo. Dal 3 al 16 marzo.
     
di Gian Maria Tosatti      

Il Teatro Furio Camillo, ultimo baluardo dei teatri dotati di direzione artistica con programmazione votata alla ricerca e capaci incidere sul territorio capitolino ricerca, dedica a Massimiliano Civica una piccola personale. Dal 3 al 16 marzo, il regista romano che in questi anni s'è imposto come rivelazione nel panorama della scene nazionale per la consapevolezza di una ricerca rigorosa e attenta alle tematiche realmente fondanti del teatro, come il rapporto con l'attore, col testo o con lo spettatore, torna nello spazio di via Camilla con due lavori, Andromaca di Euripide, monologo reduce da una lunga tournée, e Ai fantoccini meccanici, quartetto in prima assoluta.

Il primo spettacolo, in scena dal 3 al 6 marzo è la rilettura di una tragedia classica operata da un solo attore, il bravissimo Andrea Cosentino, burattinaio di figure che attraverso il suo corpo tornano in un dramma eroicomico a testimoniare le loro ragioni inascoltate.

Grande attesa c'è per il pezzo che debutterà il 7, in cui due racconti, l'Arden of Feversham di un anonimo elisabettiano e una fiaba slava del XV secolo, si intrecceranno in cerca di una impossibile relazione. Il complotto di due assassini e le preghiere di due giovani devote diventeranno allora il terreno delle possibilità in cui una storia può dipendere dall'altra nella ricerca di collegamenti che l'uomo opera istintivamente.

Interpreti di questo nuovo spettacolo saranno Arturo Cirillo, Alessandra Cristiani, Gamey Guilavogui e Massimo Ivaldo.

Per informazioni: [email protected]

L’ultimo numero di LifeGate Teatro
Pubblichiamo oggi, 30 marzo 2005 l’ultimo numero di LifeGate Teatro, settimanale di teatro e danza che per due anni e mezzo ha compiuto la sua attività editoriale all’interno del progetto LifeGate. Sono stati mesi importanti per noi. Abbiamo cercato di cambiare il modo di fare giornalismo teatrale. Di rifondare la critica italiana cercando di capire quale fosse il suo ruolo in questo presente storico. La nostra sfida non era riuscirci. Era provarci. E forse ci abbiamo provato piuttosto bene.
On-line rimarranno gli archivi di questi due anni. Il lettore “postumo” potrà trovarvi le tracce del nostro lavoro e certamente dei contributi utili alle sue ricerche sul teatro italiano contemporaneo.
Per il numero di chiusura avevamo chiesto ai nostri lettori di scrivere qualcosa su di noi. Alcuni lo hanno fatto. E pubblichiamo i loro piccoli, ma importanti, contributi nei due articoli intitolati Bon nuit. Altri, davvero molti, hanno preferito mandarci messaggi di carattere più strettamente personale, che scegliamo di non pubblicare. Ma li ringraziamo tutti. Quelli di cui riportiamo i commenti e quelli, troppi per poterli citare, di cui conserveremo gli appelli alla resistenza, che per noi sono stimolo di trasformazione. Per chiudere ci sembrava infine giusto puntare ancora una volta l’obiettivo su un problema centrale, quello che ha dato vita due anni e mezzo fa a questa rivista, ovvero la necessità di esigere di più dalla critica italiana. E un dovere degli artisti e noi ad essi ci rivolgiamo.
- Redazione Teatro -