Sul grande schermo
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Bye Bye Africa  
Regia: Mahamat-Saleh Haroun      
Ciad, 1998
di Sergio Ragaini
     

Un film sul girare un film. Come tanti ve ne possono essere.

Il Cinema, infatti, parla sovente di sé stesso, si autocita, racconta i suoi meccanismi economici o socio politici. In questo caso, comunque, il discorso è interessante, e più particolare. Infatti, sarà proprio quanto girato come prova di un film a divenire film.

Il discorso sul Cinema e sui pochi mezzi per fare Cinema nel Ciad sono chiaramente in evidenza. I Cinema che chiudono, e sono ormai ridotti a macerie, i protezionisti che rimangono senza lavoro, la nostalgia per fasti maggiori e migliori tempi, il tentativo di continuare nonostante le difficoltà, sono elementi sempre presenti in quanto vediamo sullo schermo.

La passione, come dicevo, è un tema forte: vediamo il nipote del regista, che sogna di poter riprendere, e ruba per questo motivo ripetutamente la sua videocamera. Il premio finale sarà il suo regalo da parte dello zio, con la promessa della spedizione di un video al mese.

La passione, ma anche la non voglia di essere ripresi, la riservatezza e la discrezione. E qui, forse, la tematica è un pretesto per agganciare un discorso sulle credenze e sulle tradizioni, in cui, sovente, quanto si crede è così forte da superare l'osservazione oggettiva. È il caso dell'amica del regista, la quale viene creduta malata di Aids ed evitata per avere girato un film in cui la sua parte era questa.

Un modo, forse, per dire che ci si rifugia nella finzione per cercare di fuggire la realtà. Per dire che, anche in mezzo ad una situazione di desolazione, dove la benzina costa moltissimo, e dove tutto sembra sgretolarsi (fisicamente ma anche umanamente), sognare è l'unico modo per ancorarsi ad una realtà fittizia, ma sperabilmente migliore.

Anche il caso del proiezionista che cerca di far fortuna altrove, sognando l'America, dimostra con chiarezza che il sogno è una costante di chi immagina che, al di fuori di ciò che si vive, possa esistere un qualcosa di migliore, o anche solo un qualcosa in cui la vita (degna di essere chiamata con questo nome) sia possibile.

Lo sguardo del regista protagonista, in questo caso, è molto diretto, e anche molto crudo. Nel suo stile documentaristico egli non lascia nessuno spazio al dubbio, ma ci mette di fronte alla realtà per quella che è davvero. Infatti, pur non mancando gli spazi lirici, il film è estremamente diretto e, a tratti, crudo nel suo non voler necessariamente essere duro. Ma, forse proprio per questo non palesare durezza, riesce a mostrarla in modo molto chiaro.

Un film interessante,che ci mostra un mondo a noi lontano. Ma con il quale è oggi impossibile non confrontasi. Le distanze sempre minori, nel mondo, impongono di sentire sempre di più i problemi di un luogo come i problemi di tutti. Una posizione che, comunque, oggi non può non apparire chiara, e verosimilmente l'unica possibile per un futuro positivo del nostro pianeta.

Filmografia:
(il regista nasce nel 1961 ad Abéché ; Ciad)
1998: Bye Bye Africa
2002: Abouna

Riferimenti:
Il film è disponibile in videocassetta, presso i padri Saveriani di Brescia. Per richiederlo, e per visionare il catalogo, andare sul sito: www.saveriani.bs.it, o scrivere a [email protected]. Informazioni sul regista si trovano su diversi siti web, ad esempio sull' Internet Movie Data Base (www.imdb.com). Non ho trovato, sulla Rete, il Dvd del film. È disponibile, invece, il Dvd del suo altro film, Abouna (2002). Sullo shopping di Yahoo Francia, ad esempio, si trova (http://fr.shopping.yahoo.com), con una comparazione prezzi interessante.

Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.