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Senza la parola Fine    
     
Regia: Vanni Vallino Musiche: Dario Artuso Sceneggiatura: Vanni Vallino ; Bruno Gambarotta Italia ; 2003
di Sergio Ragaini
     

Un regista torna, dopo molti anni passati a New York, nella sua terra per girare un film.

Un lavoro semplice, una "storia di pianura", di Mondo che cambia. I luoghi sono gli stessi, ma i ricordi sono tanti, che si affollano nella mente di chi torna e trova un mondo cambiato, in molti casi deturpato.

Ricordi: molti davvero. Che si assommano, si sovrappongono al presente, sino ad annullarne le differenze, facendo percepire veramente la Realtà come un "tutt'uno" organico ed armonico, come un flusso temporale in cui ciò che è stato può riapparire quasi per incanto, grazie anche alla Magia del Cinema, per il quale i fantasmi del passato possono essere ancora vivi.

Racconti di un Mondo che cambia, sensazioni, emozioni, storie. Racconti e storie di persone semplici, forse legati ad un qualcosa che non cambia, o che non si vuole che cambi. Riferimenti all'alta velocità, creata come vantaggio per lo spostamento, ma così pericolosa nel rompere quell'equilibrio sottile che regge luoghi e persone. Un qualcosa che potrebbe davvero giungere come un oggetto atto a distruggere un luogo, a sconvolgere in modo definitivo un ecosistema delicato, a cancellare per sempre qualcosa che la natura ha impiegato secoli a costruire. Inquadrature orizzontali, pulite: credo che come esempio di Cinema "orizzontale" questo lavoro di Vanni Vallino possa essere perfettamente preso a modello. Lo sguardo si perde spesso all'orizzonte, senza ostacoli, allargando la prospettiva verso qualcosa di apparentemente uniforme, ma che osservato in profondità nasconde ricchezza e varietà, dove le cose non sono mai realmente uguali le une alle altre. In questa pianura il regista appare davvero come il "viandante" della pianura, colui che la percorre, lo sguardo esterno e al contempo partecipe e coinvolto. Colui che vive e nello stesso tempo osserva, guarda qualcosa che non è più e qualcosa che, invece, cerca a tutti i costi di sopravvivere, sinché sarà possibile.

In un film di sguardi aperti, così in contrasto con quelli, così "verticali", di quella New York ove il protagonista ora vive, la musica gioca il suo ruolo. Una Musica che apre l'orizzonte, fatta di atmosfera, che aiuta a dilatare lo sguardo sino all'infinito. Le Musiche sono tutte originali, composte da Dario Artuso, il quale ha saputo cogliere decisamente lo spirito del luogo e del racconto, per aprire, con esse, prospettive di sguardo e di attenzione.

Infine il titolo: senza la parola fine. Di certo perché è una storia che non termina. Che può proseguire. Si finisce semplicemente di riprendere uno spaccato umano e sociale, ma tante altre storie si possono sovrapporre, e possono continuarla, come un gigantesco puzzle di cui noi siamo però gli artefici come forma e contenuti. Il racconto può proseguire anche in quello che immaginiamo, che pensiamo, che sentiamo, verso uno sguardo sempre più consapevole dei luoghi, che mutano, che si trasformano, ma dove alcune cose non vengono cambiate, e proseguono semkpre uguali.

Una storia semplice, ma spesso il buon Cinema nasce da cose semplici, sapute raccontare molto bene e con grande suggestione. Il lavoro di Vanni Vallino è di certo in quest'ottica positiva.

Cinema "Oltre il Cinema" di scena nei comuni della provincia di Como
Una rassegna di Cinema per "Andare oltre". Per guardare anche alla Società, a quello che ci circonda, con occhio attento e critico. Questo lo scopo della rassegna "oltre lo sguardo". Dal 9 ottobre 2004 al 28 maggio 2005, in diversi comuni del comasco, saranno proiettati film di qualità, uniti ad interventi di rappresentanti del mondo del Sociale i quali, prendendo spunto dal film, tratteranno tematiche spesso ignorate, ma degne di essere conosciute e valorizzate. Tessera dalla cifra simbolica, che dà diritto a tutte le proiezioni. Info: Coordinamento Comasco per la pace - www.comopace.org ; [email protected] Oltre lo sguardo - www.ecoinformazioni.rcl.it ; [email protected]
Addio Janet Leigh
"Sì, dopo aver girato Psycho non fece mai più la doccia. No, l’acqua non era fredda, Hitchcock si premurò perché la doccia gettasse acqua calda per tutti i 7 giorni di riprese necessari per la scena... Sì, lei era nuda sotto la doccia, ma in nessuna inquadratura, per quanto brevissima, si vedono i capezzoli: problemi di censura, in quel lontano 1960. Bisogna partire da lì, da quella scena - una delle tre o quattro più famose della storia del cinema - per raccontare la vita di Janet Leigh, morta ieri all’età di 77 anni". È morta "serenamente, a casa sua" l'attrice americana Janet Leigh. La notizia è stata data dal portavoce della figlia: Jamie Lee Curtis è stata al capezzale della madre insieme all'altra figlia, Kekky, e a Robert Brandt, secondo marito di Janet Leigh. Dal 1951 al '62 l'attrice era stata moglie di Tony Curtis. Tra i molti film interpretati, 'Safari', 'L'infernale Quinlan'.